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Cardinale.

(dal latino cardinalis, der. di cardo: cardine). Prelato componente il Sacro Collegio della Chiesa cattolica, che ha il compito di aiutare il pontefice nelle sue attività. Agli albori del Cristianesimo, i c. erano prelati incaricati di prestare servizio presso le prime chiese di Roma. Nell'Alto Medioevo, il termine designava, fuori Roma, il clero appartenente alla chiesa cattedrale; in Roma, invece, il clero che operava in una chiesa differente da quella in cui era stato ordinato (e che, perciò, doveva essere incardinato). Alla fine dell'XI sec., ottennero questo titolo anche i diaconi palatini, perciò si ebbero i tre ordini: i c. vescovi, i c. preti e i c. diaconi. Essi avevano funzioni governative all'interno del concistoro e a loro spettava la nomina del papa nel conclave (in tempi più recenti, l'elezione papale è stata regolata dalle norme del Concilio di Trento). Fin dall'inizio, vennero posti a capo dei singoli dicasteri curiali per la loro preminenza nella gerarchia ecclesiastica. Nel Cinquecento, con la riforma della Curia romana, venne tolto loro il governo della Chiesa e dello Stato Pontificio (fatta eccezione per il periodo di vacanza della Santa Sede). La nomina dei c. è esclusivo compito e prerogativa del Sommo Pontefice; essi possono venire eletti senza distinzione di nazionalità e debbono possedere gli stessi requisiti necessari per essere nominati vescovi. Tuttavia, è facoltà del pontefice di derogare da queste prescrizioni. Hanno, inoltre, il dovere di risiedere nella città di Roma, fatta eccezione per i vescovi residenziali che devono risiedere nelle rispettive diocesi. Le insegne dei c. sono la porpora (da cui il termine porporati, con cui venivano chiamati abitualmente), lo zucchetto rosso e il cappello; spetta loro il titolo di eminenza. La gerarchia interna dei c. è regolata dall'ordine cui appartengono e dalla data della loro nomina. I c. appartenenti all'ordine presbiterale o diaconale hanno il privilegio di esercitare tutte le funzioni episcopali e di fruire delle conseguenti prerogative onorifiche. Le attribuzioni specifiche dei c. consistono, vivente il Pontefice, nel coadiuvare quest'ultimo nel governo della Chiesa come componenti delle varie congregazioni delle commissioni, del Supremo Tribunale e del concistoro. In caso di sede vacante, cioè di morte del Pontefice, il compito principale dei c. è quello di riunirsi in conclave, per l'elezione del nuovo Papa. Durante questo periodo, ai c. è fatto divieto di compiere gli atti propri della gestione pontificia, mentre è loro permesso di provvedere a tutti gli atti di ordinaria amministrazione.