Narratore e saggista italiano. Rappresentante della superstite civiltà contadina padovana,
descritta nei due romanzi
Il quinto Stato (1970) e
La vita eterna (1972), che
furono oggetto di una lunga riscrittura terminata solo nel 1988, e nelle poesie raccolte in
Liberare l'animale (1973, Premio Viareggio), si interessò anche al fenomeno del terrorismo
di destra che, nei primi anni Settanta, trovò un ideale humus ideologico nella realtà sociale
veneta, e di Padova in particolare, tentando di analizzarlo e raccontarlo in
Occidente
(1975) e, in seguito, in
Storia di Sirio (1987). Tornato all'elegia contadina con
Un altare per la madre (1978, Premio Strega), appartenente insieme ai due primi romanzi
al "ciclo degli ultimi", in cui viene descritta la fine della civiltà rurale, nel 1981
diede alle stampe
La malattia chiamata uomo con cui inaugurò il "ciclo della famiglia",
proseguito con
La donna dei fili (1986). Di un aspetto familiare in particolare, e cioè
la vitta di coppia,
C. si occupò in
Il canto delle balene (1989), con cui partecipò
al Premio Selezione Campiello. Nel 1991 pubblicò il romanzo
Il Super-Baby, storia del
parto vista dal nascituro, mentre del 1994 è
Mai visti sole e luna, in cui l'autore
torna ai temi della guerra. Negli anni successivi scrisse:
La terra è di tutti (1996),
libro incentrato sullo scontro di civiltà nelle città occidentali interessate dal flusso
migratorio;
Dal silenzio delle campagne (1999), in cui viene rievocata la ricchezza
cattolico-pagana della civiltà contadina del dopoguerra;
La cavallina, la ragazza e il
diavolo (2004);
Tenebre su tenebre (2006), in cui vengono impietosamente analizzate
le perversioni del nostro tempo. Collaboratore di giornali italiani ("La Stampa", "l'Unità",
"Avvenire") e stranieri (il francese "Le Mond", l'argentino "La Nación"), fu inoltre
autore di
Avanti, popolo! (1977), una raccolta di articoli scritti per vari quotidiani
su argomenti di cultura e di costume, e di
Conversazione con Primo Levi (1987), dialogo
con lo scrittore superstite di Auschwitz (n. San Salvaro d'Urbana, Padova 1935).