Regione (13.595 kmq; 5.792.580 ab.) dell'Italia meridionale.
Confina a Nord con Lazio e Molise, a Nord-Est con la Puglia e a Est con la
Basilicata. Capoluogo di provincia: Napoli. Amministrativamente è divisa
in cinque province: Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno.
• Geogr. - Il territorio è formato da due
parti: una sezione litoranea, pianeggiante, per quanto inframmezzata da rilievi
montuosi, di origine vulcanica o sedimentaria; una sezione interna rientrante
nei confini dell'antico Sannio, accidentata e interrotta da zone poco elevate.
L'area di maggior importanza della sezione litoranea è il bassopiano
campano, fertile e ben popolato, solcato dal Volturno e dal Sarno. Estensione
minore hanno le altre due pianure litoranee, quella del Garigliano e quella del
Sele. Varie isole si affiancano lungo la costa, alcune vulcaniche (Ischia,
Vivara, Procida, Nisida), altre calcaree (Capri). I corsi d'acqua sono diretti
per la massima parte al Tirreno. Oltre metà del territorio della
C. spetta a due bacini idrografici: Volturno e Sele. Il clima risulta
diverso, sia per l'influenza esercitata dalle alture sulle piogge, sulle
temperature e sugli altri elementi del clima, sia per la direzione dei rilievi,
sia per la distanza dal mare. Le piogge più abbondanti si verificano
nelle zone più alte, i valori minimi compaiono invece nelle zone costiere
e nella conca di Benevento. Nella vegetazione si succedono: la macchia
mediterranea fino a 400 m, il bosco di quercia e di castagno fino a 1.000, il
bosco di faggio fino a 1.600, al di sopra del quale si estendono i pascoli.
• Econ. - In
C. zone di grande
fertilità e fittamente abitate si trovano spesso a contatto con altre
poco produttive quasi spopolate. La zona più fertile è quella che
abbraccia quasi tutta la pianura campana e si estende, attraverso la sella di
Cava dei Tirreni, al Salernitano settentrionale. È caratterizzata da
frutteti e agrumeti ma si segnala anche per la sua alta produzione di ortaggi,
leguminose, frutta e frumento a cui si affianca una ricca coltivazione di
patate, canapa, tabacco, agrumi; è molto diffuso l'allevamento di suini,
caprini, ovini e bufali. Nelle zone costiere, parte considerevole della
popolazione è occupata nella pesca. Le industrie più importanti
sono quelle collegate all'agricoltura, quelle vinicole, olearie, molitorie,
delle conserve alimentari e dei latticini. Ormai tradizionali sono le fabbriche
di guanti. Accanto all'industrializzazione dei settori trainanti, come la
siderurgia, la meccanica pesante e l'industria petrolifera, lo sviluppo maggiore
viene registrato nel settore chimico e in quello meccanico. Il commercio gravita
attorno al porto di Napoli, il secondo in Italia per il traffico di merci. Il
turismo, infine, resta una delle maggiori fonti di reddito.
• Preist. - Le tracce umane più antiche
si hanno a Capri; manufatti di industria musteriana provengono dalla valle del
Liri mentre le grotte litoranee di Palinuro ci hanno restituito importanti
reperti dell'industria musteriana e del Paleolitico superiore. Al Neolitico
appartengono la tomba di Guardia Sandramondi, contenente un cranio e due
frammenti silicei, e la tomba di Toppo San Filippo a Colle Sannita, con tre
scheletri supini; la necropoli di Paestum è dell'Età del Rame e la
grotta di Pertosa, sede del culto delle acque, è dell'Età del
Bronzo. L'Età del Ferro è invece attestata a Sud di Salerno, nelle
necropoli di Sala Consilina e Pontecagnano. •
St. - La regione fu abitata nell'antichità da popolazioni di origine
sannitica. Nell'VIII sec. a.C. iniziò la colonizzazione greca della zona
costiera e, nella seconda metà del V sec., cominciò la
penetrazione dei Sanniti all'interno del territorio. Nella divisione augustea
dell'Italia, la
C. costituiva, unita col Lazio, la prima regione; dopo
Diocleziano, la regione divenne una provincia. Alla caduta dell'Impero Romano,
la
C. conservò la propria unità sotto gli Ostrogoti e i
Bizantini, finché i Longobardi non unirono Capua e gran parte
dell'entroterra campano al ducato di Benevento (570 circa). Continue lotte
interne caratterizzarono la storia della
C. longobarda. Fu facile
conquista dei Normanni (1030 circa) e, costituitosi saldamente il dominio
normanno con Ruggero II, la storia della
C. si confuse con quella del
Regno di Sicilia, poi di Napoli e infine delle Due Sicilie. Unita al Regno
d'Italia, la
C. attraversò una notevole crisi di ambientamento nel
quadro politico, economico e finanziario del Regno. Durante la seconda guerra
mondiale, i Tedeschi s'insediarono a Napoli e in altre zone della
C. e
gli alleati ne fecero la loro maggiore base logistica in Italia.
• Arte - L'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. ci
ha restituito le più ricche testimonianze dell'antica civiltà
campana, specchio dell'avvicendarsi delle dominazioni e delle colonizzazioni.
L'arte dei primi secoli dell'età cristiana è invece attestata dai
mosaici della basilica di San Felice a Cimitile, mentre la dominazione
longobarda è scarsamente documentata. Al periodo compreso tra l'invasione
normanna e il Regno di Federico II vengono attribuite le cattedrali di Salerno,
di Sessa Aurunca e di Ravello, dove si possono rintracciare motivi decorativi di
tradizione siculo-musulmana. All'avvento della dinastia angioina vanno invece
fatte risalire le influenze gotiche italiane e francesi.
Cartina della Campania
La Piazzetta di Capri