Filosofo inglese. Conseguito il dottorato a Oxford, ha
insegnato a Cambridge, all'università scozzese di St. Andrew (1903-1908)
e a quella di Edimburgo (1911-12). Allievo di T.H. Green, ne ha analizzato gli
elementi hegeliani nell'opera
La dottrina filosofica dello Stato (1899).
Al pari di Hegel e diversamente da Green,
B. attribuisce scarso valore
alla critica sociale del dissidente morale, considerando insignificanti le
inclinazioni individuali e supponendo che i cambiamenti nelle istituzioni
avvengano secondo la logica inerente al progresso sociale. Egli assegna alla
società una volontà effettiva con la quale la volontà
individuale si identificherebbe se l'uomo fosse perfettamente intelligente e
perfettamente educato nel rapporto morale. Il filosofo afferma inoltre che la
pressione sociale sia in grado di elevare gli individui a tipi di condotta
più alta rispetto a quella che essi raggiungerebbero se lasciati a loro
stessi.
B. si è occupato anche di problemi di logica e di
estetica. Tra i suoi scritti si ricordano:
Logica, ovvero la morfologia della
conoscenza (1888);
Storia dell'estetica (1892);
Civiltà e
Cristianesimo (1893);
Il principio individualista del valore (1912);
Il valore e il destino dell'individuo (1913);
Che cos'è la
religione (1920) (Rock Hall, Northumberland 1848 - Golders Green, Londra
1923).