Dramma storico di Victor Hugo, rappresentato nel 1843. Il
burgravio Job, ormai centenario, vive nell'antichissimo castello di Heppenhef,
sul Reno, circondato da una massa di feudatari crudeli e prepotenti che hanno
trasformato il maniero in un luogo di vizi, mentre nei sotterranei languiscono,
vittime della loro disumana empietà, quei castellani che alla loro
tirannia si ribellano. Tra essi capita il glorioso Barbarossa, l'Imperatore che
non è morto, come molti credono, e che ricompare un giorno al cospetto
dei nuovi signori, camuffato da vecchio mendicante, allo scopo di far giustizia
dei loro soprusi. Naturalmente, i perversi vassalli finiranno col prendere il
posto dei loro prigionieri, il buono e saggio Job sarà reintegrato nella
sua autorità e il dramma si chiuderà col trionfo del Bene e la
punizione dei malvagi. Nonostante gli evidenti strappi, non solo alla
fedeltà storica, ma perfino alla verosimiglianza, questo dramma, che
chiuse la carriera teatrale del poeta e che venne rappresentato con contrastato
successo, è da considerarsi per certe sue intrinseche qualità
poetiche una delle opere più potenti e più rappresentative di
Victor Hugo.