Violoncellista e compositore italiano. Figlio del
contrabbassista Leopoldo, fu allievo a Lucca del violoncellista Domenico F.
Vannucci (1718-1775) e proseguì gli studi a Roma, esordendo come
concertista a soli tredici anni. Dopo un viaggio a Vienna, nel 1761 divenne
primo violoncellista nella Cappella di Lucca e iniziò nel frattempo
l'attività compositiva. Sempre in quel periodo, diede vita con Manfredi,
Nardini e Cambini al primo quartetto di cui si abbia notizia nel nostro Paese.
Raggiunta anche all'estero (soprattutto a Parigi) una notevole fama come
concertista, nel 1769 fu nominato in Spagna compositore e virtuoso di camera
dell'infante Luigi; si stabilì a Madrid, dove la situazione sembrava
promettergli una brillante carriera; ma ben presto le speranze di
B.
andarono deluse e problemi di carattere economico angustiarono tutta la sua
vita. Ben visto dal re di Prussia Federico Guglielmo II, ottenne da lui una
pensione; ma nel 1797, alla morte del sovrano,
B. si trovò
nuovamente in gravi difficoltà, solo parzialmente lenite dagli aiuti che
ottenne da Luciano Bonaparte, ambasciatore della Repubblica francese. Quando,
alla partenza del Bonaparte, la situazione in Spagna divenne per
B.
pressoché insostenibile, il musicista cercò di trasferirsi a
Parigi, ma la morte lo colse prima che i suoi progetti potessero realizzarsi.
Oltre che grande virtuoso di violoncello,
B. fu compositore assai
fecondo, anche se la grandezza della sua arte non fu subito del tutto compresa.
Ai giorni nostri, la critica tende ad accostare il suo nome a quelli sommi di
Haydn e Mozart, poiché entrambi i maestri austriaci trassero da
B.
più di uno spunto. E nei suoi confronti, debiti di riconoscenza ha anche
Clementi, visto che nelle
Sonate per cembalo op. 5,
B. si dimostra
un precursore della moderna tecnica pianistica. Malgrado la tristezza della sua
vicenda biografica,
B. ebbe una visione serena e aristocratica dell'arte;
fortemente attratto dal folclore, seppe inserire nelle sue composizioni i temi
locali e popolareschi con grande naturalezza, anche nelle pagine di maggior
severità formale. Il meglio della produzione boccheriniana risiede nelle
pagine per complessi d'archi, che sono numerosissime: 48 trii con due violini,
12 trii con viola, 91 quartetti, 113 quintetti con due violoncelli, 12 quintetti
con due viole, 18 quintetti con flauto (oppure oboe), 12 quintetti con
pianoforte, 16 sestetti, oltre a duetti, sonate per violino e violoncello, ecc.
Alla produzione orchestrale appartengono invece una ventina di sinfonie e
numerosi concerti, tra cui fanno spicco i quattro per violoncello, autentici
capolavori (il concerto in si bemolle può essere paragonato a quello,
famosissimo, di Haydn). Nell'ambito locale vanno ricordati almeno la
Messa (1800), lo
Stabat Mater (1801), la
Cantata di Natale
e i
Canti sacri a quattro voci con orchestra, oltre all'oratorio
Giuseppe riconosciuto. Scarsa invece la produzione in campo operistico e
teatrale, tra cui l'opera
La Clementina (1778) e il
Ballet
espagnol (1774) (Lucca 1743 - Madrid 1805).