Psichiatra e psicoanalista svizzero. Direttore dell'ospedale
psichiatrico Burghölzli di Zurigo e ordinario di Psichiatria in quella
università, elaborò una teoria della schizofrenia in cui superava
l'impostazione del Kraepelin e preannunciava, sotto vari aspetti, le nuove
concezioni psicoanalitiche. Egli introdusse una distinzione tra
processo
primario di dissociazione e
sindromi secondarie caratteristiche delle
varie forme di schizofrenia. Aveva già partecipato a esperimenti ipnotici
sotto l'influenza della scuola francese, quando, nel 1900, fu attratto, insieme
con Jung, che era suo assistente, dalla pubblicazione del libro di Freud
Die
Traumdeutung. Entrò quindi in corrispondenza con Freud e aderì
all'Associazione psicoanalitica da cui però presto si ritirò
adducendo come motivo formale il fatto che l'appartenenza a un organismo
internazionale contrastava coi suoi principi. Anche nei suoi scritti ebbe un
atteggiamento non del tutto lineare, che nei confronti della psicoanalisi lo
portò ad alternare le critiche alle difese. Sia Freud sia Jung
incontrarono una certa difficoltà ad andare d'accordo con lui. A suo
riguardo E. Jones rilevò che è molto difficile per uno svizzero
sfidare l'opinione pubblica del suo piccolo e ristretto Paese, e la
psicoanalisi, dopo avere suscitato grande interesse all'inizio, sembrò,
per l'importanza che attribuiva al sesso, offendere il rigido sentimento
religioso dei calvinisti svizzeri. Tra le sue opere:
Dementia Praecox oder
Gruppe der Schizophrenien (1911);
Lehrbuch der Psychiatrie (1916;
trad. it. Trattato di psichiatria, 1967) (Zollikon, Zurigo 1857-1939).