Saggio universale di Diodoro Siculo (I sec. a.C.). Si tratta
di una preziosa compilazione di vari storici, purtroppo giunta a noi non
perfettamente conservata. Constava, in origine, di quaranta libri; dal 1°
al 3° trattava della preistoria dei popoli dell'Asia e dell'Africa; dal
4° al 6° della preistoria dei Greci e delle altre genti dell'Europa;
dal 7° al 17° dei fatti intercorsi tra la guerra di Troia e la morte
di Alessandro; dal 18° al 40° dell'età dei Diadochi fino alla
conquista della Gallia per opera di Cesare. Sono integri soltanto i libri dal
1° al 5° e dall'11° al 20°; degli altri abbiamo frammenti
che ci provengono da estratti di Fozio, da un manoscritto perdutosi anch'esso
nel XVII sec. e da estratti bizantini, a carattere moraleggiante, che
comprendono gli scritti "intorno alle ambascerie, alle virtù e al vizio,
alle sentenze memorabili e alle insidie". Diodoro si era accinto alla ponderosa
compilazione partendo dal concetto che tutti gli esseri viventi fanno parte di
una sola immensa città che è il mondo; egli riteneva pertanto che
fosse loro precipuo interesse avvalersi delle comuni esperienze, registrate
dalla storia, per poter poi vivere e agire con maggiore saggezza. Pare ch'egli
vi abbia lavorato attorno una trentina d'anni.