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Bhutto, Ali Zulfikar.

Uomo politico pakistano. Entrò attivamente nella vita politica del suo Paese dopo il colpo di Stato militare dell'ottobre 1958, percorrendo nel giro di pochi anni una rapida carriera che lo vide ministro prima del Commercio e successivamente delle Informazioni, della Ricostruzione nazionale, del Turismo, delle Risorse naturali. Assunse inoltre la presidenza della commissione incaricata dell'elaborazione della nuova legge costituzionale. Ministro degli Esteri dal 1963, dimostrò notevole abilità diplomatica, ma, in seguito al deterioramento dei suoi rapporti con Ayub Khan, in parte determinato dal suo distacco dall'URSS e dall'avvicinamento alla Cina, fu allontanato dal governo (1966) e fondò un nuovo partito di orientamento socialista (Partito popolare pakistano), iniziando un'opposizione al regime di Ayub Khan. Il pericolo di una secessione lo portò ad allearsi col presidente Yahya Khan, e ad avviare coi capi bengalesi trattative che poco dopo fallirono, precipitando il Paese nella guerra civile. Nel dicembre 1971, dopo la disfatta delle truppe pakistane ad opera di quelle indiane, B. assunse la guida del Pakistan occidentale. Destituito da un golpe militare nel 1977, dopo che il suo partito aveva vinto le elezioni del marzo precedente, B. fu incarcerato e condannato a morte nel 1978. La sentenza venne eseguita qualche mese dopo (Lakana 1928 - Rawalpindi 1979).