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Bentham, Jeremy.

Economista, filosofo e giurista inglese. Intrapresa inizialmente la carriera forense, l'abbandonò presto, disgustato dalle arbitrarietà della legislazione vigente. Alla riforma e alla sistemazione su basi razionali della legislazione B. dedicò la sua attività di moralista e di giurista: in Fragment on Government (1776) egli pose l'origine e il fine del diritto nel principio utilitaristico, rifiutando il contrattualismo tanto caro agli scrittori politici giusnaturalisti e illuministi; se il principio utilitaristico non era nuovo, B. seppe però servirsene in maniera del tutto originale come criterio pratico per una riforma delle norme giuridiche regolanti la vita associata (si veda la sua opera fondamentale: Introduction to the Principles of Moral and Legislation, del 1789). B. trasformò l'insegnamento della filosofia nel suo Paese, naturalmente secondo la dottrina dell'utilitarismo. Sebbene famose, le sue dottrine non ebbero grande originalità; il concetto del principio informatore della vita come ricerca della felicità è comune a tutta la filosofia illuministica. Per quanto riguarda i problemi economici, B. non fu un compiuto economista, pur avendo intuizioni destinate a influenzare ampiamente lo sviluppo del pensiero economico. Fu, ad esempio, un precursore dell'economia del benessere e studiò il fenomeno del risparmio forzato. Nel 1823 fondò la "Westminster Review", che ebbe fra i suoi collaboratori J. Mill e J. Stuart. L'importante opera Deontology or the Science of Morality (Deontologia o Scienza della moralità) venne pubblicata postuma nel 1834 (Londra 1748 - Westminster 1832).