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Becque, Henry.

Drammaturgo francese. Di origini modeste, esordì nel 1867 con il melodramma Sardanapale, musicato dall'amico Ioncières, e nel 1868 con una commedia, L'enfant prodigue, che ebbero un discreto successo. Più contrastato l'esito della seconda commedia, di ispirazione socialista, Michel Pauper, apprezzata dal pubblico, meno dalla critica. Nel 1877 B. stese la sua opera più importante Les corbeaux (I Corvi), che però per ben cinque anni non riuscì a rappresentare. Nel frattempo nacquero dalla sua penna due atti unici: La navette (La spola, 1878) e Les honnêtes femmes (Le donne oneste, 1880), dai quali si evince una certa misoginia dell'autore, che denunciano con acre verità i costumi e le convenzioni del tempo. Solo nel 1882, andarono in scena Les Corbeaux: vi si narrano le vicende di una famiglia, caduta in mano a rapaci affaristi a caccia di eredità, alla morte del patriarca. Ne emerge un quadro crudo e potente, una rappresentazione della realtà unilateralmente pessimistica, che influenzò senz'altro il teatro contemporaneo in Francia e anche in Italia. La Parisienne (La Parigina, 1885), l'altro capolavoro di B., ritrae, con amara ironia, la figura di una donna borghese, un po' cinica e leggera, che conduce con maestria una doppia e tripla vita, divisa fra marito, amante fisso e amanti occasionali. Les Polichinelles, apparve postuma nel 1910. Per il suo studio accurato della realtà, per il rifiuto delle convenzioni teatrali e per l'influenza che ebbe sul teatro europeo, può essere considerato come uno dei maestri del teatro naturalistico della fine dell'Ottocento (Parigi 1837-1899).