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Bandello, Matteo.

Novelliere e poeta italiano. Educato nel convento milanese di S. Maria delle Grazie e in seguito studente universitario a Pavia, divenne frate domenicano nel 1505. Dopo un viaggio per l'Italia con lo zio (generale dell'ordine dei Domenicani), visse per lungo tempo a Milano dove condusse una vita da cortigiano e conobbe gentildonne, letterati e uomini illustri. Fu per un certo periodo diplomatico alla corte francese di Luigi XII su incarico di Ippolita Sforza, moglie di Alessandro Bentivoglio. Si trasferì poi a Mantova, dove fu protetto da Isabella d'Este. Dopo la battaglia di Pavia (1525) dovette fuggire definitivamente da Milano; lasciò l'ordine domenicano e seguì Cesare Fregoso (luogotenente di Francesco I) in qualità di segretario, partecipando intensamente alla sfarzosa e intellettuale vita del tempo. Dopo l'uccisione del Fregoso, avvenuta nel 1541 per mano di sicari inviati da Carlo V, B. seguì la vedova di lui in Francia, ottenendo da Enrico II la nomina a vescovo di Agen, che mantenne dal 1550 al 1555. Il capolavoro di B. sono le Novelle, 214, pubblicate tra il 1554 e il 1573. Ognuna è preceduta da una lettera di dedica rivolta a illustri personaggi del tempo, nella quale si descrive l'occasione in cui la novella sarebbe stata raccontata e trascritta dall'autore. Le Novelle offrono una minuta cronaca della vita italiana del Cinquecento. Nei secoli successivi fornirono uno spunto prezioso ad altri autori, da Shakespeare (che trasse ispirazione da Giulietta e Romeo per il celebre dramma) a Cervantes, Stendhal e Byron (Castelnuovo Scrivia, Alessandria 1485 - Agen, Francia 1561).