Componimento poetico di origine popolare, anticamente cantato, musicato e legato
a passi di danza. • Lett. - In origine le
b. costituirono, presso
tutti i popoli, la più antica forma letteraria di registrazione di
avvenimenti di pubblico interesse. Piacevoli da ascoltare e facilmente
memorizzabili, grazie al ritmo orecchiabile e cadenzato, furono un utile veicolo
di diffusione di gesta, avvenimenti e fatti del presente e del passato. Si
distinguono diversi tipi di
b., a seconda dei Paesi dove fiorì
questo componimento poetico: la
b. italiana, la
b. provenzale e
poi
francese, la
b. castigliana, quella
inglese e
scozzese, e quella
tedesca. ║
B. italiana: breve
poesia lirica, per lo più di argomento amoroso, di origine antichissima;
apparve dapprima a Firenze e a Bologna (XIII sec.) e fu in seguito perfezionata
dai poeti stilnovisti che ne fecero un vero e proprio genere letterario.
È costituita da una prima breve strofa, detta
ripresa,
perché si ripete come ritornello, e da una o più
stanze
(generalmente quattro), ciascuna divisa in due
mutazioni o
piedi,
(uguali per versi e rime) e in una
volta, che inizia con l'ultima rima
della mutazione e termina rimando con l'inizio della ripresa. In questo primo
periodo scrissero
b. soprattutto Dante, Guido Cavalcanti, Cino da Pistoia
e Petrarca, contribuendo a dare a questo genere letterario grande fama e
diffusione, soprattutto nel corso del XIV sec. A partire dal secolo successivo,
però, iniziò un progressivo declino della
b. che,
spodestata da altre forme di letteratura popolare (canti carnascialeschi,
madrigali), cadde in disuso. Fu ripresa all'inizio del XIX sec., ma nella forma
romantica, di derivazione perlopiù tedesca: non più un
componimento poetico strettamente lirico, ma un componimento narrativo che
presenta caratteri insieme lirici, epici e drammatici, mancante di una
regolarità ritmica. Si interessarono a questo tipo di
b.: Tommaso
Grossi, Giovanni Berchet, Luigi Carrer, Samuele Biava, Giovanni Prati. ║
B. francese: ebbe origine da quella provenzale (metà del XIII
sec.) e fu codificata come genere letterario nel 1392 da E. Deschamps che,
nell'opera
Art de dicter, ne illustrò le regole di versificazione.
Era costituita da tre strofe e da un congedo, tutti terminanti con un identico
verso con funzione di ritornello. Portata alla perfezione da F. Villon, la
b. francese fu poi trattata con arte da C. Marot e da La Fontaine. Dopo
un periodo di abbandono di questo genere letterario i parnassiani, nel XIX sec.,
fecero rivivere la
b., soprattutto ad opera di T. de Banville
(
Trente-six ballades joyeuses) e di F. Coppée (
Sept ballades de
bonne foi). Successivamente P. Fort (
Ballades françaises,
1897) operò una trasformazione sia strutturale che tematica delle
b., avvicinandole alle canzoni popolari, mentre Laforgue
(
Complaintes, 1885) e Apollinaire (
Chansons du malaimé,
1910) abbandonarono le tematiche narrative a favore di uno schema più
lirico. ║
B. castigliana: si compone di tre strofe con un
ritornello sulle stesse rime. Ve ne sono anche con rime e versi liberi, ma
occorre almeno che le strofe abbiano sempre la stessa disposizione. ║
B. inglese o
scozzese: di origine antichissima (V sec.),
fiorì nei secc. XII-XIII e raggiunse la sua massima popolarità tra
il XV e il XVI sec. Pur conservando reminiscenze formali e tematiche delle
dominazioni germaniche e francesi in Inghilterra, la
b. inglese
riuscì comunque ad affermarsi come genere proprio e a dare vita, accanto
alle vicende epiche ed eroiche di origine germanica e alle canzoni d'amore
importate dai Francesi, a cicli del tutto originali che celebravano le imprese
dei Kouglas, dei Percy, dei Bruce, dei Murray e del popolarissimo Robin Hood.
Strutturalmente la
b. inglese è divisa in stanze di quattro versi
costituiti da un alternanza di un tetrametro giambico e un trimetro giambico
(con rima tra il secondo e il quarto verso) oppure da due distici di tetrametri
giambici in rima baciata; inoltre il verso che termina una strofa è
spesso ripetuto al principio della strofa seguente. Costituendo una forma
letteraria orale, le
b. venivano cantate al popolo dai
bardi (o
menestrelli) e non furono mai trascritte fino al 1765, quando T. Percy ne
pubblicò la prima raccolta dal titolo
Reliques of Ancient English
Poetry. Assolutamente anonime fino ad allora, sempre a causa della loro
tradizione orale, divennero successivamente un genere assai diffuso soprattutto
tra i poeti romantici. Tra i più celebri compositori di
b. furono
R. Burns (
Poems Chiefly in the Scottish Dialect, 1786), T. Moore
(
Irish Melodies, 1807-34) e W. Wordsworth (
The Lirical Ballads,
1798). ║
B. tedesca: introdotta nel XVIII sec. da Bürger, fu
coltivata specialmente da Goethe, Schiller, Uhland e Heine. Era un racconto
fantastico, e, quando i suoi eroi non erano presi in un mondo straordinario, si
accostava al compianto e non serviva che a perpetuare il ricordo di qualche
dramma sanguinoso. La
Leonore (1773) di Bürger ci resta come modello
del genere. Schiller, più descrittivo e più lirico,
avvicinò la
b. al
Lied tedesco e talvolta anche le sue
b. divennero un'elegia, un'ode, un ditirambo. Goethe e Uhland legarono
invece il loro nome alla
b. romantica, caratterizzata da tematiche
narrative o epico-liriche, anziché solo liriche e dalla mancanza di un
metro regolare. • Mus. - Originariamente canto di accompagnamento per una
danza, perse progressivamente questa caratteristica per mantenere solo l'aspetto
lirico. Fu particolarmente diffusa nel XIV sec., soprattutto in concomitanza con
l'
Ars nova italiana, e proprio in questo periodo avvenne l'evoluzione
della
b. dalla forma monodica alla forma polifonica di influsso francese.
Tra i principali autori di
b. di questo periodo ricordiamo F. Landino, A.
dei Servi, G. Ciconia, G. de Machaut. Nei secoli successivi la
b. fu
abbandonata in quanto genere musicale; venne recuperata solo a partire dal XVIII
sec. e ne restano esempi nelle opere di autori quali Schubert, Schumann, Loewe,
Mussorgskij, Chopin, Liszt, Brahms, Debussy, Prokofiev.