Avvocato e uomo politico piemontese. Padre di Cesare. Membro del Collegio dei
Giureconsulti di Torino (1781) e del Collegio dei Decurioni (1782), intervenne
nei dibattiti di politica economica e legislativa sostenendo posizioni
libero-scambiste. Fu ambasciatore a Parigi (1796-98), poi controllore generale
delle Finanze (1799) del Regno sabaudo. Dopo l'occupazione francese del Piemonte
Napoleone lo nominò rettore dell'università di Torino (1805). Al
ritorno dei Savoia, superata la diffidenza iniziale della corte nei suoi
confronti, ottenne la carica di presidente dell'Accademia delle scienze (1816),
fu ambasciatore a Madrid e ministro degli Interni (1819), incarico da cui si
dimise per disaccordi con le direttive reazionarie di Carlo Felice. Richiamato
all'attività politica da Carlo Alberto, fu nominato presidente della
sezione di finanze del Consiglio di Stato (1831). Tra i suoi scritti si
ricordano
Vita del d'Antoni e
Discorso intorno alla fertilità
del Piemonte (1820) (Chieri, Torino 1762 - Torino 1837).