Pittore, scultore e scrittore italiano. Compiuti gli studi all'Accademia di Brera, si
laureò in Giurisprudenza. Esponente di primo piano dei movimenti di avanguardia
degli anni Cinquanta, nel 1951 fondò a Milano il Movimento Nucleare, in
opposizione alla sistematica ripetitività del formalismo stilistico,
pubblicandone il manifesto l'anno successivo a Bruxelles. Da allora
B. adottò
in pittura quello che poi divenne il suo modo espressivo preferito: il collage, lo
smembramento delle forme per esprimere la deflagrazione della materia e dell'immagine.
Sempre nel 1951 fu allestita a Milano la sua prima mostra personale. Nel 1954 l'artista
milanese diede vita, insieme ad Asger Jorn, al Movimento Internazionale per una Bauhaus
Immaginista, che per primo si schierò contro la forzata razionalizzazione e
geometrizzazione dell'arte e contro il dominio della linea retta e dell'angolo retto.
Ben presto si fece notare come una delle personalità più ricche e vivaci
del suo tempo, organizzando rassegne, incontri, esposizioni, collaborando a riviste
d'avanguardia ("Il Gesto", "Direzioni", "Phases", "Documento Sud") e a quotidiani
("Il Corriere della Sera", "Il Sole - 24 ore", "La Stampa"), eseguendo illustrazioni
e acqueforti di grande originalità. L'arte di
B. è fondamentalmente
legata agli oggetti di uso più banale e quotidiano (tessuti, ovatte, vetri
colorati, passamanerie, specchi, tela da materassi, meccano), selezionati e vagliati
accuratamente fino e venire privati della loro funzione e collocazione tipica, per
essere inseriti, con ruolo di protagonisti, in un ordine nuovo. Con questi oggetti
B. creò degli
assemblages assolutamente inconfondibili: una
galleria di personaggi a volte mostruosi, a volte patetici, grotteschi, tragici.
La sua opera si articola in vari periodi, sotto il segno unificante dell'ironia
dissacratoria e della denuncia della violenza e dell'aggressività umana.
Da un lato gli specchi, i mobili, i meccani costituiscono il filone giocoso, in
cui prevale il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiali. Dall'altro,
a partire dalle figurazioni nucleari degli anni Cinquanta, che testimoniano le
paure seguite a Hiroshima e proiettate nel futuro, si manifesta un forte impegno
civile contro ogni tipo di aggressività, che attraverso i
generali e
le
parate militari degli anni Sessanta approda negli anni Settanta a
tre grandi opere,
I funerali dell'anarchico Pinelli (1972),
Nixon Parade
(1974), l'
Apocalisse (1979). Quest'ultima composizione, enorme affresco
arricchito negli anni successivi da nuovi elementi, mette in scena il degrado
della contemporaneità e i mostri generati da un supino asservimento alla
tecnoscienza: i motivi della morte e della bestialità del mondo si
concretizzano in mostri terribili, spesso di ispirazione picassiana e non privi
di uno
humour feroce. Negli anni Ottanta,
B. si accostò
al teatro, collaborando a numerose realizzazioni; fra queste,
Ubu re (1984)
di Alfred Jarry, diretto da Massimo Schuster, che mette in scena una cinquantina
di marionette in meccano. Dall'
Apocalisse in avanti, la critica della
contemporaneità, dell'uso indiscriminato delle tecnologie, della
robotizzazione dell'uomo nella società attuale, del prevalere della
forma sulla sostanza, della riduzione dell'arte a moda e del consumo di ogni
cosa fu sempre più presente nell'opera di
B. Nacquero così,
a stigmatizzare l'abuso tecnologico e il mito della velocità,
Epater
le robot (1983), il
Manifesto del futurismo statico (1983-86),
I
manichini (1984-87). Poi, attraverso una serie di opere,
Metamorfosi e Metafore
(1988), l'artista sviluppò una figurazione dell'immaginario e del fantastico
che avrebbe portato alla sua massima espressione nelle opere
kitsch degli
anni successivi, divise in due filoni: da una parte alcune grandi composizioni
raffiguranti il tema del cattivo gusto generato dalla cultura del prodotto
industriale; dall'altra, la ripresa di alcune immagini emblematiche delle passate
mitologie (Amore e Psiche, Adamo ed Eva, le Grazie). Con questi soggetti, realizzati
in maiolica nel 1991,
B. tornò alla ceramica, alla quale era già
stato spinto da Jorn nel 1954 in occasione degli Incontri Internazionali della
ceramica di Albissola. Nel 1993 iniziò il ciclo delle
Maschere tribali,
immagini di un moderno "primitivismo" con cui la società opulenta vuole
rifarsi un
look istintuale e selvaggio (
Feltri, 1993-98;
Totem,
1997). Tra i suoi ultimi lavori ricordiamo:
Monumento a Bakunin (1996),
omaggio all'anarchia alle cui idee libertarie l'artista si sentì sempre
vicino; 164 ritratti ispirati ai Guermantes (1999), suggeriti dal mondo di M.
Proust; un nuovo ciclo dedicato alle Storie di Gilgamès (2001), che si
pongono come ulteriore apporto all'
Apocalisse; il ciclo "idraulica" (2002).
B. intrattenne stretti rapporti con poeti o letterati italiani e stranieri,
con cui collaborò (tra i tanti Andr´ Breton, Raymond Queneau, Octavio Paz,
Edoardo Sanguineti, Umberto Eco, Italo Calvino). Dalla convinzione che la poesia
è il più valido supporto alla pittura moderna, nacquero negli anni
Cinquanta i celebri
Libri d'artista, edizioni di arte illustrate dall'artista
milanese che spaziano dal
De rerum natura di Lucrezio ai testi di Tacito,
Marziale (
Epigrammi), Pico della Mirandola (
Sonetti), John Milton
(
Il Paradiso perduto), Lewis Carroll (
La caccia allo Snark).
B. affiancò sempre la scrittura alla pittura. Tra i numerosi saggi
pubblicati, citiamo:
Autodamé (1980);
Patafisica (1982);
Automitobiografia (1983);
Impariamo la pittura (1985);
Cose,
fatti, persone (1988);
Ecologia dell'arte (1990);
Scritti sull'arte:
dal futurismo statico alla merda d'artista (1996);
Manuale di sopravvivenza:
duecento voci per non capire (1999), scritto con il figlio Angelo;
Discorso
sull'orrore dell'arte (2002), in collaborazione con Paul Virilio (Milano 1924 -
Vergiate, Varese 2003).