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Bahar, Muhammad Taqi.

Poeta persiano. Nel 1904, ancora giovanissimo, fu nominato "re dei poeti" dallo scià Muzaffar aldin-Sah per i suoi meriti di poeta lirico tradizionale. Tuttavia B. partecipò alla deposizione di Muzaffar, dopo aver aderito al movimento rivoluzionario che pose sul trono dell'Iran la dinastia dei Qagar. Venne poi eletto deputato al Parlamento, e dal suo seggio ebbe modo di lottare contro le ingiustizie sociali che combatté anche con la sua valida penna di uomo di lettere. Collaborò alla rivista "Nau-bahar" (Primavera), sostenitrice del movimento rivoluzionario locale. Dopo il 1941 si sentì attratto dal radicalismo, dando la sua totale adesione alle forze di sinistra. B. fu un maestro dell'"ode persiana" (qasidè) e ne fu anche un innovatore, ispirandosi spesso - fatto nuovo per quel genere di letteratura - a motivi politico-sociali; anche nelle innovazioni però dimostrò una perfetta padronanza dello stile classico. Le sue idee progressiste gli attirarono l'astio dello scià Reza Pahlavi, ma egli rimase sempre fedele alle sue posizioni. Lasciò un divan di quasi 30.000 versi, tra i quali il poema Gufo della guerra, inneggiante alla pace. Scrisse anche molte opere in prosa (Mashad 1886 - Teheran 1951).