Poeta persiano. Nel 1904, ancora giovanissimo, fu nominato "re dei poeti" dallo
scià Muzaffar aldin-Sah per i suoi meriti di poeta lirico tradizionale.
Tuttavia
B. partecipò alla deposizione di Muzaffar, dopo aver
aderito al movimento rivoluzionario che pose sul trono dell'Iran la dinastia dei
Qagar. Venne poi eletto deputato al Parlamento, e dal suo seggio ebbe modo di
lottare contro le ingiustizie sociali che combatté anche con la sua
valida penna di uomo di lettere. Collaborò alla rivista "Nau-bahar"
(Primavera), sostenitrice del movimento rivoluzionario locale. Dopo il 1941 si
sentì attratto dal radicalismo, dando la sua totale adesione alle forze
di sinistra.
B. fu un maestro dell'"ode persiana" (
qasidè)
e ne fu anche un innovatore, ispirandosi spesso - fatto nuovo per quel genere di
letteratura - a motivi politico-sociali; anche nelle innovazioni però
dimostrò una perfetta padronanza dello stile classico. Le sue idee
progressiste gli attirarono l'astio dello scià Reza Pahlavi, ma egli
rimase sempre fedele alle sue posizioni. Lasciò un
divan di quasi
30.000 versi, tra i quali il poema
Gufo della guerra, inneggiante alla
pace. Scrisse anche molte opere in prosa (Mashad 1886 - Teheran 1951).