Denominazione delle due principali fazioni politiche che si
contesero il potere dell'Impero bizantino a partire dal V sec. Presero il nome
dal colore delle casacche che indossavano gli aurighi (i guidatori dei cocchi)
delle due squadre che si contendevano la vittoria delle corse nell'ippodromo di
Costantinopoli. Le due fazioni minori dei
Rossi e dei
Bianchi
erano associate rispettivamente ai Verdi e agli Azzurri. Essendo nate come
associazioni sportive, erano organizzate per
demi ossia per rioni, e
avevano capi elettivi, detti
demarchi, che avevano il compito di tenere i
contatti con gli organizzatori delle gare e con i proprietari dei cavalli. Col
tempo, però, a partire del V sec.,
A. e V. andarono allargando la
loro sfera di influenza, assumendo una crescente importanza amministrativa,
politica e militare, costituendo tra l'altro squadre per la difesa delle
città dagli assalti esterni. Le due fazioni andarono così
assumendo le caratteristiche di veri e propri partiti, aristocratico quello
degli Azzurri, popolare quello dei Verdi. Anche gli imperatori, al momento
dell'investitura, dichiaravano formalmente la loro appartenenza all'una o
all'altra fazione, ponendo così una delle due all'opposizione. La
rivalità fra i due raggruppamenti, tuttavia, non era assoluta ma
permetteva azioni unitarie di difesa dei diritti della popolazione contro il
potere imperiale. Ne è un esempio la rivolta di
Nika (dalla voce
greca che significa vinci!) scoppiata nel gennaio del 532 d.C. contro
l'imperatore Giustiniano e la sua politica considerata ingiusta. Giunte
all'apice della loro influenza politica, che si estendeva ben oltre i confini
della sola città, le due fazioni furono drasticamente ridimensionate
dall'imperatore Eraclio, incoronato nel 610 grazie all'appoggio dei Verdi. Egli
sottopose a un rigoroso controllo le due fazioni, disciplinandone
l'attività in modo tale da ridurle a una funzione puramente
rappresentativa, gratificandole con posizioni di rilievo nelle cerimonie solenni
ed elevando i loro capi alla posizione di dignitari di corte anche con ranghi
molto elevati. Sino al XV sec., comunque, gli imperatori continuarono a ricevere
dopo l'incoronazione l'omaggio pubblico, all'interno dell'ippodromo, degli
A.
e V., per dimostrare che il potere non derivava loro solo da Dio ma anche
dal popolo. I
demi continuavano ad avere il diritto di presentare
lagnanze e petizioni all'imperatore.