(dal greco
autómaton: che si muove da
sé). Macchina, costruita talvolta a imitazione di figura umana (o
animale), in grado di eseguire, per mezzo di dispositivi meccanici, azioni o
movimenti propri degli esseri animati. Più modernamente è detto
anche
robot, dal nome dell'uomo meccanico protagonista di un dramma
fantascientifico dello scrittore boemo Karel Ciapek.
• St. - Già in epoca antica, una
caratteristica essenziale degli
a. consisteva nel fatto che essi
venissero costruiti non tanto per scopi utilitari, quanto per fini di gioco, di
spettacolo o religiosi. Notizie di
a., considerati in tal senso, si hanno
fin dall'epoca greco-romana; bisogna, tuttavia, ammettere che molte informazioni
su tali congegni sono frutto della fantasia o, per lo meno, sono state
manipolate ed esagerate attraverso il deformante filtro del tempo. Non
perfettamente corrispondenti a verità sono forse le notizie pervenuteci
circa un
a. costruito dal filosofo e matematico tarantino Archita,
vissuto nel IV sec. a.C.; si trattava di un piccione di legno, capace -
così dicono gli storici - di volare e di beccare il cibo offertogli dal
suo costruttore. Dedalo, il leggendario artefice del Labirinto di Creta, avrebbe
costruito delle
statue animate per adornare un tempio. Erone di
Alessandria, matematico e ingegnere greco, vissuto in epoca imprecisata tra il
III e il I sec. a.C., inventò vari congegni, generalmente azionati con la
forza dell'acqua, che meritano il nome di
a.; a lui si deve anche la
costruzione del famoso organo ad acqua e della non meno celebre fontana. Erone
lasciò un vero e proprio trattato sulla fabbricazione degli
a.,
che servì di guida anche a molti costruttori del più recente XVI
sec. Nel Medioevo, fra gli inventori di
a. si fece notare l'astronomo
tedesco Johann Müller, più noto come Regio-montano (1436-1476),
nativo di Königsberg. Si dice che egli abbia costruito una mosca di metallo
in grado di volare, addirittura ronzando, in una stanza, per ritornare poi a
posarsi sulla mano del suo inventore. Prima della messa a punto dei meccanismi a
orologeria, i vari congegni automatici erano probabilmente azionati da sistemi
di leve, bilanciati da un corpo in grado di cedere a poco a poco il suo peso
(sul tipo di una clessidra, per esempio), oppure funzionavano per mezzo di una
corda bagnata e ritorta, in modo tale che questa si
scaricasse come un
elastico. Tuttavia, per giungere agli
a. capaci di azioni più
complesse, occorre attendere che proprio l'orologeria muova i suoi primi passi.
Un orologio è un congegno automatico, ma non un
a., in quanto
ovviamente non è creato a imitazione degli esseri viventi. Esso,
comunque, può essere trasformato in un vero
a., se vi vengono
applicate, come appendici e complementi, figure di uomini o di animali che si
muovono per azione del meccanismo stesso dell'orologio. Esempi di
a. di
tal genere sono i celebri
Due Mori, che battono le ore sulla torretta in
piazza San Marco a Venezia, e il
fantoccio di bronzo, costruito nel 1351,
che suona la campana maggiore della Torre Maurizio a Orvieto. Orologi da torre,
e anche da salotto, con figure semoventi vennero costruiti nel Seicento e nel
Settecento, secolo, quest'ultimo, durante il quale ebbero grande successo anche
i
carillon figurati con cavalieri e damine che danzavano a suon di
musica. Ma molto prima di quest'epoca esistevano
uccelletti meccanici in
grado di cinguettare, come ci risulta dagli scritti dell'arabo Abul Feda Melek,
il famoso storico discendente dalla stirpe di Saladino vissuto nell'XI sec.
Altri
a. vengono pure attribuiti ad Alberto Magno, allo scultore e
pittore Andrea Verrocchio (1435-1488), all'architetto Leon Battista Alberti
(1404-1472) e, naturalmente, a Leonardo da Vinci. Quest'ultimo avrebbe
progettato, forse addirittura realizzato, un grande leone meccanico semovente.
Nel 1588, l'ingegner Agostino Ramelli pubblicò un'opera intitolata
Le
diverse e artificiali macchine, nella quale sono descritti meccanismi per
a., compresi quelli usati in Svizzera, a Norimberga e in altre
città tedesche per la fabbricazione dei famosi
uccelli canori,
spesso tempestati di pietre preziose, molto apprezzati alle corti dei grandi
imperatori d'oriente. Nell'età rinascimentale, molti ingegneri,
architetti e tecnici costruirono fontane con personaggi semoventi, sfruttando
l'azione dell'acqua. Nello stesso periodo, si costruirono carri di parata, usati
in occasione di feste religiose o di particolari cerimonie, sui quali si
muovevano statue di santi, personaggi storici, animali e così via. I
più famosi
a. del Seicento furono: la
bambola costruita dal
filosofo e matematico Cartesio, che la presentava come sua
fille
Francine; il celebre
orologio del pavone dell'inglese James Cox,
oltre all'
a. scrivente di Knaus. Alla fine del 1600, infatti, il tedesco
Fried von Knaus stupì il mondo con il suo
a. Questa idea fu poi
ripresa nel XVIII sec. da Pierre e Henri Louis Jaquet-Droz, svizzeri, che fra
l'altro realizzarono l'
Enfant-écrivain, un meraviglioso
a.,
alto circa 70 cm, che imitava alla perfezione un ragazzo seduto al tavolino:
dopo aver intinto la penna nell'inchiostro riusciva a scrivere, riga dopo riga,
delle frasi intere. Degli stessi costruttori è
l'
Enfant-dessinateur. Questi due
a. sono conservati tuttora al
Museo di Neuchâtel (Svizzera), assieme alla
pianista realizzata da
Henri Louis intorno al 1780. Al Conservatoire national des arts et
métiers di Parigi si può ammirare un centro tavola meccanico,
rappresentante Diana cacciatrice in groppa a un cervo e contornata da cani. Il
gruppo, montato su un basamento a rotelle, veniva utilizzato alla corte del re
di Francia: percorreva il bordo della tavola e si fermava davanti a ogni
commensale; questi staccava la testa del cervo e beveva il vino in essa
contenuto; appena rimessa al suo posto, la testa si riempiva automaticamente per
poter servire il commensale successivo. Protagonista della storia degli
a. nel XVIII sec. fu l'ingegnere francese Jacques de Vaucanson
(1709-1782), membro dell'Accademia delle scienze; egli non si limitò a
inventare molte macchine industriali (la prima idea di utilizzare le schede
perforate attualmente usate nella cibernetica fu sua), ma realizzò anche
a. veramente ingegnosi e spettacolari, quali il
Canard artificiel:
un'anitra di bronzo dorato che nuotava, batteva le ali e compiva moltissimi
gesti propri di questo uccello. Anche i due famosi
Joueurs de flûte
furono sue creazioni. Uno di questi, detto
Il Selvaggio per il suo
aspetto esteriore, eseguiva al flauto ben undici pezzi musicali e l'altro, noto
come
Il Pastore provenzale, ne suonava venti. Ignoto è il nome del
costruttore della
Suonatrice di timpani, conservata al Museo di
Neuchâtel e da alcuni attribuita a un certo Pierre Kintizg. La
realizzazione di questi meravigliosi e assai complessi
a. è stata
resa possibile soprattutto dallo sviluppo dell'orologio tascabile che, in un
piccolo spazio, ospita un gran numero di ruote, ingranaggi, molle, bilancieri e
altri meccanismi. Nel Settecento furono fabbricate anche molte
Boites
à musique, tra le quali primeggia quella di M. De Graaf di Arnhem
(Paesi Bassi), dove personaggi vestiti da Messicani suonano vari strumenti.
Verso la fine del secolo, a Parigi, un oscuro artigiano costruì una
splendida
bottega di falegname con fantocci semoventi, capaci di
comportarsi come veri lavoratori del legno. Johann Nepomuk Maelzel di Ratisbona
(1772-1838), noto per aver perfezionato il metronomo, fabbricò anch'egli
numerosi
a. che portò in giro non soltanto in Europa, ma anche in
America. Tra gli
a. presentati da Maelzel nella sua tournée c'era
il celeberrimo
Giocatore di scacchi, creato dal barone ungherese Wolfgang
von Kempelen, uno dei consiglieri di Maria Teresa d'Austria. Questo
a.
consisteva in un grande pupazzo vestito alla turca, che sedeva a una scrivania
sulla quale era fissata una normale scacchiera: l'inventore invitava il pubblico
a cimentarsi con il suo
Turco in una partita a scacchi. L'
a.,
costruito nel 1769, vinse quasi tutte le partite; pare abbia sconfitto anche
Napoleone Bonaparte e il granduca Paolo di Russia. Non è mai stato
appurato se il
Turco fosse un vero
a. oppure una mistificazione.
Tra coloro che cercarono di dimostrare che si trattava di un trucco fu lo
scrittore americano Edgard Allan Poe che, a tale proposito, scrisse il
racconto-saggio
Il giocatore di scacchi di Maelzel, uno dei suoi
Racconti straordinari. Poe riteneva che si trattasse di trucco e che le
partite venissero giocate da grandi assi degli scacchi, ben nascosti all'interno
del tavolo-scrivania. Tra i campioni dell'epoca, scritturati prima da von
Kampelen e poi da Maelzel ci sarebbero stati l'Allgaier, il Lewis, il Moret e
altri grandi scacchisti di allora. Il
Turco venne distrutto da un
incendio a Filadelfia. Fino al 1800, quasi tutti gli
a., non di rado
costruiti in metallo raro e impreziositi da smeraldi, rubini, topazi e altre
pietre preziose, erano destinati ai potenti, i soli in grado di acquistarli. Nel
XIX sec., molte di quelle meraviglie meccaniche vennero esposte in diverse
città d'Europa o d'America, quasi sempre presentate al pubblico dallo
stesso inventore, che in tal modo rendeva di dominio pubblico la sua opera.
Anche in questo secolo, gli
a. continuarono ad avere grande fortuna e il
loro successo si protrasse fino ai primi anni del Novecento, quando vennero
sostituiti dalle prime macchine elettroniche; oggi l'
a., in veste
mimetica, sopravvive soltanto in alcuni giocattoli che la produzione di serie ha
reso anche molto economici. Lo stesso Maelzel costruì, nel 1808, uno
strumento musicale, detto panoramica, che funzionava automaticamente, ma che non
può essere considerato un
a., in quanto non costruito a
somiglianza di esseri viventi. Altri costruttori, invece, presero lo spunto
dalla
panoramica per costruire organi e organetti di vario tipo,
arricchiti di personaggi semoventi che suonavano i tamburi, i piatti e altri
strumenti a percussione e a fiato. Molte di queste piccole orchestre
rallegrarono i frequentatori delle giostre anche durante il primo ventennio del
XX sec. Al Museo van Speeldos di Utrecht, in Olanda, è conservata una
splendida
boite à musique, nella quale tre personaggi suonano
rispettivamente il violino, il violoncello e il cembalo; l'oggetto risale al XIX
sec., mentre al XX sec. appartiene l'
organo di danza con
a., che
si trova nello stesso museo. Un altro
Giocatore di scacchi venne
costruito nel 1912 dallo spagnolo Torres Quevedo; si tratta veramente di
un'
a., che tuttavia può giocare soltanto con un re e una torre
contro un re dell'avversario. Un certo Strackey, statunitense, ha costruito
intorno agli anni Quaranta una macchina elettronica che gioca a
dama e
che dispone di una memoria tale da consentirle di accumulare ogni esperienza di
gioco acquisita durante le partite contro i giocatori umani. Non si tratta
tuttavia di un'
a. nel senso proprio della parola, in quanto la macchina
non presenta sembianze umane.
A. non può neppure essere
considerata la macchina elettronica inglese capace di giocare
a tris
(mulinello o filetto); in realtà è un computer che ha
immagazzinato nella memoria tutte le regole del gioco e le varie combinazioni
possibili. Un autentico
a. elettronico è invece
Cam, il
cavallo meccanico costruito dall'ingegner Mosher della General Electric a
Shenectady, negli Stati Uniti. Si tratta di un quadrupede di alluminio,
dall'aspetto equino, in grado di spostarsi sul terreno, di impennarsi, di
muovere le zampe indipendentemente le une dalle altre; può sollevare
notevoli pesi, tirar calci, porgere la zampa, arrampicarsi su una scala, ecc.
Per funzionare, ha bisogno di esser cavalcato da un uomo capace di azionare i
vari comandi.
Cam è alto quasi quattro metri e pesa 1.500 kg.
Oggi, il concetto di
a. si è venuto via via modificando:
all'interno della cibernetica (V.), la cosiddetta
teoria degli automi (o robotica) studia, a prescindere dalla loro effettiva
realizzabilità, particolari e sofisticatissime macchine in grado di
simulare il comportamento e le funzioni del cervello umano.