(dal greco
autós: se stesso e
arkéo: comando). Autosufficienza, capacità e
possibilità di badare a se stessi. ║ Dominio di sé. ║
Potere assoluto, non condizionato. • Filos. - Il
concetto filosofico di
a. o autosufficienza costituisce la base
dell'etica cinica e stoica. Attraverso l'esaltazione dell'esercizio ascetico,
della lotta contro le tentazioni illusorie, della virtù come valore
supremo della libertà, l'etica cinico-stoica identifica l'
a. con
la serena e divina felicità del saggio, cioè dell'uomo che sa
bastare a se stesso e in se stesso sa trovare le proprie ragioni di vita,
liberandosi di ogni passione e di ogni ambizione.
• Econ. - Autosufficienza economica che rende un
Paese indipendente nei confronti dell'estero per quanto riguarda il rifornimento
di tutti i beni e servizi. Si tratta di un sistema di economia autonoma, quasi
del tutto priva di scambio con l'esterno. La possibilità di promuovere
un'assoluta
a. dipende da vari fattori, tra cui le dimensioni
territoriali del Paese e le sue caratteristiche fisiche e sociali. Economie
autarchiche si ritrovano presso molte popolazioni cosiddette a "tecnologia
semplice", organizzate cioè su basi tribali e su comunità di
villaggio. Un apparato di forze di lavoro domestiche, con le più varie
specializzazioni, produce l'intero fabbisogno di beni e di servizi della
comunità. Il suolo produce tutte le materie prime occorrenti, che vengono
lavorate e consumate poi localmente, e lo scambio serve solamente a eliminare
occasionali eccedenze e ad integrare quanto risulta necessario e che non si
può assolutamente produrre in autonomia. Questa situazione si ritrova nel
corso della storia in epoche differenti in diversi Paesi, dall'Egitto antico,
alle città-stato greche del periodo omerico, fino all'organizzazione
feudale del Medioevo latino, in cui ritroviamo un tipo di comunità
domestica, largamente autosufficiente, che si raccoglie intorno a un signore.
Anche la tipica economia dei villaggi orientali era di carattere autarchico.
L'unità-base dell'economia indiana e cinese era infatti rappresentata dal
villaggio, la cui autosufficienza produttiva costituiva l'asse di un equilibrio
millenario spezzato dalla colonizzazione e dall'ingresso di quei Paesi sul
mercato internazionale che, nel corso dell'Ottocento, portò alla
formazione di nuove immense sacche di povertà, quale conseguenza della
rottura di un equilibrio economico-sociale secolare. Nella moderna
società industriale, invece, il concetto di
a. è
essenzialmente di tipo economico-militare, ed è applicabile soltanto in
situazioni di emergenza. Inoltre, una totale
a. è praticabile solo
da grandi Paesi, ricchi di materie prime, come gli Stati Uniti e la Russia, e
che comprendono almeno due zone climatiche. Sul piano della convenienza
economica, il regime di
a. per uno o più prodotti si delinea
quando è impossibile rifornirsi all'estero, oppure quando un prodotto
acquistato all'estero ha un prezzo monetario maggiore rispetto a quello del
prodotto interno oppure quando, per altre ragioni, si vuole proteggere la
produzione interna. In questo caso, più che di
a. si tratta di
protezionismo (V.). L'adozione di una
politica autarchica può essere dettata non da ragioni di convenienza
economica, ma da ragioni essenzialmente politiche, basate su di un preciso
orientamento ideologico. Particolarmente evidenti si presentano le connessioni
tra ideologia e linea politica economica, nei regimi di
a. istituiti in
Germania e in Italia negli anni Trenta. L'
a. fu adottata in Italia dalla
dittatura fascista, in un periodo di grave depressione dell'economia mondiale,
durante il quale quasi tutti i Paesi fecero ricorso a misure protezionistiche.
Superata la crisi, il regime di protezionismo fu mantenuto e rafforzato dal
fascismo, nel tentativo di costituire la base economica delle successive imprese
militari. Questo fatto ebbe come conseguenza tagliare fuori dal circuito
internazionale l'industria italiana, sopprimendo quegli stimoli concorrenziali
che avrebbero costituito una componente dinamica del sistema. Quanto
all'agricoltura, l'
a. si espresse soprattutto nella politica di
protezionismo granario che, sviluppando la cereagricoltura, sacrificò lo
sviluppo delle produzioni più pregiate e mise in crisi la zootecnia, con
conseguenze che si sarebbero fatte sentire vari decenni più
tardi.