Vescovo ariano. Esiliato da Teodosio nel 383, venne a Milano
dal 384 al 387 e fu assai osteggiato da Sant'Ambrogio; nonostante la protezione
imperiale, non riuscì a riaprire le basiliche al culto ariano. Ottenne,
però, un editto di tolleranza per i suoi correligionari (386). Scrisse il
De fide, vita et obitu Wulfilae, dedicato al suo maestro Ulfila
(Durostoro, od. Silistra, Bulgaria IV sec.)