Chi agisce di fronte al pubblico, sostenendo una parte in
uno spettacolo, in teatro, al cinema, in televisione, alla radio. ║ Fig. -
Chi prende parte attiva a una vicenda della vita reale.
• Dir. - Colui che prende l'iniziativa del
processo, in contrapposizione al convenuto. •
Teat. - Tra le genti primitive, l'
a. interpretava prevalentemente anche
un ruolo magico e religioso, spesso di punto di contatto tra la comunità
e la divinità. In questo ambito nacque anche la maschera, e più in
generale il travestimento. Nell'antica Grecia, l'azione drammatica era affidata
al coro che cantava le gesta della divinità, rendendovi omaggio. Si
ritiene che sia stato Tespi d'Icaria a staccare per primo dal coro un
a.
protagonista; a Eschilo si deve l'introduzione di un secondo
a. e a
Sofocle di un terzo. Il numero di tre rimase costante per molto tempo e gli
a. spesso recitavano più di una parte all'interno della stessa
rappresentazione. La donna era rigorosamente esclusa, e lo rimase per moltissimo
tempo, tanto che gli
a. maschi interpretavano normalmente anche le parti
femminili. Mentre in Grecia l'
a. godeva di ampia stima e veniva pagato
dallo Stato, nell'antica Roma esso era trattato con un certo disprezzo e non era
certamente un cittadino romano, bensì schiavo o liberto. La Chiesa
inizialmente condannò la professione di
a., rivalutandola, o
quanto meno tollerandola, quando, in epoca medievale, la rappresentazione
teatrale assunse un carattere religioso. Quando, in seguito, la rappresentazione
teatrale a carattere religioso ebbe fine, l'
a. diventò un
interprete profano, un professionista che veniva pagato per le sue prestazioni.
Le prime compagnie di
a. professionisti si costituirono in Italia verso
la metà del Cinquecento, conservando un carattere familiare,
poiché tale professione veniva generalmente tramandata di padre in
figlio. L'
a. però occupò sempre, rispetto alla
società, una posizione di inferiorità, poiché veniva
relegato al rango di pubblico peccatore. Anche la Chiesa continuò a
essere severissima nei suoi confronti, considerandolo alla stregua di concubini,
usurai, maghi e stregoni. In Inghilterra, per circa vent'anni (1640-1660), fu
vietata ogni attività teatrale, in quanto fomentatrice di cattivi
costumi. Soltanto dopo la Rivoluzione francese, l'
a. poté godere
diritto di piena cittadinanza e uguaglianza di diritti civili. Anche
l'Inghilterra seguì quest'esempio, pur mantenendo nei suoi confronti un
atteggiamento di diffidenza. A questa emancipazione dell'
a. segue quella
della donna, che viene ammessa sulle scene. Oggi l'
a. appartiene a una
categoria ben precisa e organizzata e gode di una grande considerazione.
L'
a. professionista proviene generalmente dalle Accademie d'arte
drammatica, aventi indirizzi e metodi di recitazione a volte molto diversi l'uno
dall'altro. I due indirizzi più famosi sono quelli delle scuole di
Stanislavskij e di Brecht. ║
A. cinematografico: in principio non
aveva alcuna distinzione da quello teatrale. Soltanto in seguito si è
richiesto all'
a. di cinema un tipo di recitazione particolare, specifica
del mezzo cui era destinato, in base a determinate qualità, come per
esempio la fotogenia e l'espressività. L'
a. cinematografico
è più controllato, poiché ogni suo gesto deve essere
subordinato ai mezzi meccanici di ripresa, all'inquadratura, alle luci, ecc.
Deve avere inoltre doti di maggiore improvvisazione e nello stesso tempo saper
riprendere al punto giusto le espressioni mimiche interrotte in una determinata
scena, dato che il film viene ripreso secondo un piano prestabilito che non ha
un ordine di scene normale. Infatti si usa in genere girare insieme le scene
riprese
in esterni, le quali possono essere al principio o alla fine del
film, ovvero disseminate in esso, in modo da utilizzare con maggiore risparmio
il tempo; lo stesso avviene per quelle ambientate
in interni, cioè
nelle ricostruzioni fatte nei teatri di posa. Più o meno analoghe sono le
prestazioni dell'
a. televisivo che in genere proviene dal teatro. ║
A. radiofonico: deve possedere delle qualità particolari richieste
dal mezzo esclusivamente uditivo: l'assenza della visione scenica richiede una
recitazione esclusivamente basata su una dizione molto accurata.
L'invisibilità della voce radiofonica deve suggerire i significati, gli
atteggiamenti che si suppone avrebbe nell'esecuzione scenica. Le inflessioni
della recitazione possono dare del personaggio la psicologia, gli stati d'animo,
una realtà umana, una presenza viva tale che l'integrazione fantastica
dell'ascoltatore diventi perfetta. ║
A. giovane: ruolo del teatro
drammatico italiano la cui denominazione risale all'800 e che richiedeva
particolari doti di finezza, eleganza nei modi e nel portamento.