Antichissima farsa in dialetto osco di intreccio buffonesco
e osceno. Sorse in Campania nel IV sec. a.C., in stretto contatto con la cultura
greca dell'Italia meridionale, come forma di spettacolo popolare, recitato da
attori che improvvisavano sulla base di semplici canovacci e di maschere fisse:
Pappus, il vecchio citrullo e lussurioso;
Maccus, il ghiottone;
Bucco, il ciarliero fanfarone;
Dossenus, il gobbetto astuto. A
Roma ebbe molto successo come
fabula a., recitata spesso alla fine di
rappresentazioni teatrali tradizionali. In seguito, all'improvvisazione si
sostituì la commedia scritta, avvicinandosi, peraltro, alla forma della
commedia
palliata. Lucio Pomponio (II-I sec. a.C.) nato a Bologna,
compose settanta
a., ove compaiono le maschere tipiche. Tra le
a.
di Pomponio, citiamo:
Macco camuffato da fanciulla, Macco soldato, Macco
mezzano, Buccone gladiatore, Pappo respinto alle elezioni, L'ernia di Pappo.
Contemporaneo di Pomponio fu Novio (II-I sec. a.C.), la cui produzione di
a. fu meno famosa e meno copiosa, per quanto, forse, di più
ambizioso tono letterario. Citiamo, tra le
a. di Novio,
L'asino, La
farsa, La fanciulla gravida, L'eredità divisa in tre, L'uomo
parsimonioso.