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Ateliers Nationaux.

Voce francese: fabbriche o cantieri nazionali. Programma socialista di riorganizzazione produttiva, formulato da Louis Blanc nel decennio precedente la Rivoluzione francese del 1848. Blanc enunciò per la prima volta il suo programma nell'opuscolo dedicato all'"Organizzazione del lavoro", pubblicato a Parigi nel 1840. Il programma si basava sull'idea che lo Stato dovesse fornire capitali per aprire fabbriche nazionali, nominandone i primi direttori che avrebbero dovuto rimanere in carica solo per un anno, trascorso il quale sarebbero stati i lavoratori stessi a scegliere i propri dirigenti e rappresentanti. Per il loro funzionamento interno le fabbriche, raggruppate in corporazioni industriali, avrebbero goduto di piena autonomia, sulla base di uno statuto approvato dagli organi statali. Il capitale investito per lo sviluppo delle fabbriche avrebbe comportato, in un primo tempo, un interesse a tasso fisso, ma non ci sarebbe stato alcun profitto a beneficio dei proprietari del capitale. Il saldo attivo realizzato negli a.n. sarebbe andato ai lavoratori associati, una volta effettuate le detrazioni da destinare allo sviluppo ulteriore del capitale e a un fondo di compensazione destinato a sovvenzionare le imprese non remunerative, operanti soprattutto nel ramo dei servizi sociali. All'inizio, la remunerazione sarebbe stata differenziata, ma questa diseguaglianza sarebbe gradualmente scomparsa, con il contemporaneo progredire della morale socialista, così da comportare, come obiettivo finale, la piena eguaglianza economica e sociale. Blanc era convinto che il diritto al lavoro, con salario minimo garantito, nonché l'adozione di tecniche industriali più avanzate, avrebbe indotto tutti gli operai migliori ad affluire nelle fabbriche nazionali. In questo modo i capitalisti, privati della manodopera più qualificata e conseguentemente incapaci di competere con gli a.n., avrebbero dovuto arrendersi, rinunciando alla lotta e cedendo i loro stabilimenti. Questi ultimi sarebbero così stati a loro volta trasformati in aziende cooperative. Anche l'agricoltura avrebbe potuto beneficiare di una analoga riorganizzazione, sulla base di un sistema di a.n. rurali, cioè di fattorie collettive, funzionanti anche come centri di industria rurale. Si sarebbe cominciato con un a.n. rurale per ogni dipartimento del Paese, procedendo poi gradualmente, fino al momento in cui il nuovo sistema avrebbe finito col soppiantare il vecchio. Blanc riteneva, anzi, che nei villaggi fosse possibile procedere verso la piena eguaglianza assai più rapidamente che nella città. Successivamente egli propose, per le zone urbane, non soltanto la creazione di fabbriche cooperative, ma anche la costruzione di alloggi collettivi, dove gli operai, abitando tutti insieme e utilizzando servizi comuni, avrebbero imparato a conoscere gli indubbi vantaggi dell'eguaglianza sociale. Il nuovo sistema avrebbe consentito un graduale aumento della produzione, che non si sarebbe tradotto in sovrapproduzione e quindi nella conseguente disoccupazione, come nel sistema capitalistico. Con un mercato garantito e condizionato solo dalla capacità produttiva, gli ostacoli che si frapponevano alla piena accettazione dei progressi scientifici sarebbero stati rimossi e, a poco a poco, si sarebbe potuta attuare la formula: "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni". Pertanto, nella Francia degli anni '40, Blanc divenne il principale fautore della pianificazione di Stato, che egli intendeva trasformare in uno strumento nelle mani della classe operaia. Nel 1848 sembrò che fosse giunta l'ora per mettere in pratica tali teorie, nel momento in cui Blanc entrò nel Governo provvisorio, in qualità di rappresentante dell'ala socialista dei repubblicani. I suoi progetti non vennero però accolti e il governo, dopo aver creato la Commissione di Lussemburgo presieduta da Blanc, con lo scopo di studiare la questione operaia, si limitò ad adottare il nome di a.n. per indicare un piano di assistenza che, tranne il nome, ben poco aveva in comune con le teorie collettivistiche di L. Blanc. I cantieri nazionali così configurati altro non erano che enti assistenziali, dove gli operai disoccupati venivano assunti e messi a lavorare promiscuamente senza tener conto delle varie specializzazioni. Più spesso, essi venivano pagati per non far niente, poiché i cantieri non avevano altro scopo che quello di togliere i disoccupati dalla strada, mantenendo in tal modo l'ordine pubblico (nel maggio del 1848 il numero degli assistiti era di 170.000, il che comportava per lo Stato l'esorbitante spesa di 150.000 franchi al giorno). Non appena fu cessato il pericolo di nuovi tentativi insurrezionali, gli inutili e costosi a.n. furono chiusi e gli operai mandati in provincia, laddove esistevano più concrete possibilità di occupazione, oppure arruolati nell'esercito. Questa decisione diede origine all'insurrezione di molti operai, ben presto sedata dal generale Cavaignac (1848).