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Associazionismo.

Indirizzo filosofico e psicologico che interpreta i fatti di coscienza mediante il principio di associazione delle idee. Si tratta di una tesi tipica dell'Empirismo inglese secondo cui le idee, in quanto espressioni sensoriali, vengono collegate in forza dell'abitudine. D. Hartley, seguito poi parzialmente da Paley e Mackintosh, elaborò per primo una concezione secondo cui l'interesse egoistico originario della natura umana, in virtù del principio di associazione, si trasforma sino a diventare attitudine morale, disinteresse, benevolenza, accordo tra l'interesse individuale e quello universale. James Mill, ampliando la dottrina associazionistica di Hartley, tentò di ricondurre tutti i fenomeni dello spirito umano sotto il principio generale dell'associazione delle rappresentazioni. L'a. psicologico è perfettamente connesso con la filosofia e l'etica utilitaristica. Esso fu poi rielaborato dai Positivisti, nell'ambito della psicologia evoluzionistica. Tra i principali associazionisti inglesi vanno ancora menzionati J.S. Mill e A. Bain. Tra i francesi ricordiamo T. Ribot e H. Taine, mentre tale indirizzo fu seguito in Germania da H. Ebbinghaus e negli Stati Uniti da J. Baldwin. L'a. venne a decadere con l'introduzione di concetti più complessi, avvalorati da approfonditi studi. • Pol. ed Econ. - Sul principio dell'a. si basano le principali dottrine del Socialismo utopistico e cooperativistico del XIX sec. In contrapposizione alla predominante esaltazione liberaleggiante dei diritti dell'individuo, tali dottrine ponevano l'accento sull'elemento sociale dei rapporti umani. Per quanto in contrasto tra di loro, i fautori dei nuovi indirizzi socialisti erano uniti nella comune avversione per l'individualismo prevalente nell'economia dell'epoca, nonché contro la preminenza accordata alle questioni politiche, a scapito di quelle economiche e sociali. I principali gruppi associazionistici furono originariamente due, contornati da vari gruppi minori che rappresentavano tendenze più o meno analoghe. Essi erano, in Francia, i fourieristi (diversa era la posizione dei sansimoniani) e in Inghilterra gli oweniani, i quali, nel 1841, adottarono ufficialmente il nome di socialisti. Nonostante le molte divergenze, Saint-Simon, Fourier e Owen avevano in comune un orientamento essenzialmente sociale che fourieristi e oweniani svilupparono in senso comunitario. Essi proponevano di sostituire le tradizionali strutture produttive e politiche con una rete di comunità locali, fondate su principi genuinamente sociali. Essi ritenevano che queste nuove istituzioni avrebbero potuto rimpiazzare le strutture preesistenti senza bisogno di ricorrere alla rivoluzione, grazie solo alla loro evidente superiorità nel promuovere il benessere umano. Mentre i discepoli di Fourier ragionavano principalmente in termini di coltivazione intensiva della terra e relegavano in secondo piano l'industria e il commercio, gli oweniani erano maggiormente coscienti del significato della Rivoluzione industriale e miravano a una nuova società che poggiasse sull'equilibrio tra produzione agricola e produzione industriale. Contro la politica del laissez faire, tutte le correnti associazionistiche sostenevano l'esigenza di un intervento positivo della collettività nella vita economica e sociale, in nome del benessere e della cooperazione che avrebbe dovuto sostituire la concorrenza e la competizione. Anche alla base del pensiero economico di Louis Blanc vi è il concetto di "associazione", unitamente a quello di "diritto al lavoro". L'accento posto da Blanc sul principio di associazione, quale mezzo per raggiungere l'emancipazione dal lavoro, si deve in gran parte all'influenza dell'opera di P.J.B. Buchez, padre del movimento cooperativo francese. Egli riponeva la propria fiducia nell'azione volontaria, convinto che l'a. sarebbe riuscito a liberare i lavoratori solo se basato su principi di fratellanza cristiana. Fu proprio questo elemento della sua dottrina che costituì le basi del Socialismo cristiano, soprattutto di quello inglese. Comunque, secondo la dottrina associazionistica in genere, da Fourier a Owen, da Bouchez a Blanc, il compito di dirigere le attività pratiche della società andava affidato alle associazioni. L'associazione autonoma doveva essere lo strumento caratteristico e onnipresente con cui i cittadini avrebbero gestito collettivamente i loro affari. Sul piano pratico l'a. fu attuato, soprattutto in Inghilterra, da parte dei socialisti cristiani capeggiati da J.M. Ludlow. Egli cercò di aiutare gli operai a fondare associazioni cooperative di produzione senza ricorrere a sussidi statali. La sua concezione cristiana spingeva a rifiutare qualsiasi idea di lotta di classe, cercando, al contrario, di conciliare le opposte classi. Le ingiustizie dovevano essere eliminate attraverso la collaborazione tra gli operai e i membri più illuminati della classe borghese. Su questi presupposti, vennero costituite le prime associazioni operaie (working associations), che i più ricchi contribuirono a finanziare. In Germania, il movimento più affine all'a. cooperativo fu realizzato dal conservatore V.A. Huber, sulla base di idee politiche reazionarie e in seguito alla convinzione secondo cui l'associazione cooperativa, fondata sulla fede cattolica, fosse il mezzo più adatto per risolvere il problema sociale. Dopo la rivoluzione del 1848, Huber fondò l'Associazione per l'ordine e la libertà cristiana e negli anni seguenti fondò varie società operaie. Dalla Germania, questo movimento si estese ad altri Paesi europei e diede avvio ai movimenti e ai partiti cristiano-sociali moderni, privi di legami col Socialismo, anche di tipo utopistico, che aveva invece costituito proprio la base del primo a.