Insieme delle operazioni militari disposte per porre un
blocco o una cintura di truppe armate intorno a una piazzaforte o ad un altro
luogo difendibile. L'
a. aveva la funzione di impedire i rifornimenti,
costringendo così la guarnigione ad arrendersi per fame; questo
comportava anche che la piazzaforte venisse presa con la forza delle armi.
• St. - Il ricorso a questa tattica bellica
risale a tempi antichissimi: nel 1531 a.C. gli Ittiti, guidati dal re Mursili I,
cinsero d'
a. Babilonia e la riuscirono a espugnare e saccheggiare dopo
breve tempo; gli Ittiti furono inoltre impegnati nel famoso
a. di Aleppo,
città che riuscirono a conquistare. Anche gli Assiri erano molto abili
nella tattica dell'
a. e così pure gli Hyksos. Famoso, grazie a
Omero, fu l'
a. di Troia, che i Greci riuscirono a espugnare con il
leggendario cavallo. Più tardi i Cartaginesi si dimostrarono maestri nel
costringere alla resa le città assediate; tuttavia, durante le guerre
puniche, subirono l'
a. da parte dei Romani, nonostante avessero cinto di
triple mura Cartagine. Prima che i Romani perfezionassero la tecnica
dell'
a., i popoli antichi solevano chiudere in una morsa di armati la
piazzaforte cinta d'
a.; costruivano poi, tutto intorno ad essa, una sorta
di terrapieno alto, a volte, quanto le mura, dal quale arcieri e frombolieri
saettavano gli assediati. Quando c'era la possibilità di usare del
legname, i Cartaginesi erigevano una struttura di tronchi e di assi invece di
formare il terrapieno, e su di essa si schieravano le truppe "di lancio". Non
appena gli assedianti si accorgevano che il nemico non opponeva più
valida resistenza, tentavano di aprire una breccia nelle mura facendo uso di
lunghissimi arieti; quindi le truppe di assalto penetravano nella roccaforte e
la espugnavano. I Greci, quando si trovavano in condizione di
a.,
facevano cadere sui nemici una pioggia di fuoco attraverso il lancio di fiaccole
intrise di catrame bollente. Spesso gli assediati tentavano "sortite" per
cercare di spezzare lo schieramento nemico e, talvolta, questa tattica otteneva
buoni risultati. I Romani apportarono notevoli modifiche alla tecnica
dell'
a. con l'adozione di torri mobili, costruite sul posto, sulle quali
salivano le truppe destinate a raggiungere le mura; partivano poi all'assalto
impegnando i nemici in furibondi corpo a corpo mentre altri legionari,
ricorrendo a macchine di sfondamento (ad esempio l'ariete), cercavano di aprire
brecce, attraverso le quali penetravano nella città assediata. Una
tattica caratteristica impiegata dai Romani consisteva nel far avanzare, a
schiere serrate, le truppe fino ai piedi delle mura, col capo protetto dagli
scudi; le prime file avanzavano in posizione eretta, mentre le seconde si
muovevano ricurve e le terze procedevano addirittura in ginocchio, mantenendo
sempre lo scudo sopra la testa. La massa di soldati era così fitta e
solida che gli assediati non potevano evitare che si avvicinassero; tutti gli
oggetti scagliati incontravano gli scudi e non colpivano i legionari. Poi i
Romani, sempre proteggendosi con lo scudo, salivano ordinatamente gli uni sopra
gli altri fino a raggiungere l'orlo della muraglia, che superavano d'un balzo
per affrontare i difensori. Intanto altri soldati romani, dall'alto di torri
mobili, tenevano gli assediati sotto un continuo tiro di armi da getto. Con
questa tecnica, resa perfetta da Giulio Cesare nel 52 a.C., il generale
costrinse alla resa la città di Alesia, all'interno della quale si erano
asserragliati i Galli guidati da Vercingetorige, dopo la ribellione.
Nell'età di mezzo l'
a. rimase una delle tattiche più
utilizzate da parte dei Germani, dei Franchi e dei Longobardi, soprattutto
quando una guerra non poteva essere decisa in campo aperto. I Longobardi usavano
interrare le ruote dei carri per formare un trinceramento intorno alla
città assediata e costruivano le cosiddette
bastie, che erano dei
piccoli forti, eretti a breve distanza dalla piazzaforte nemica. L'invenzione
della polvere da sparo apportò sostanziali modifiche alla tecnica
ossidionale; cambiarono anche i sistemi di fortificazione: i parapetti
sostituirono i merli, vennero impiegate mura più basse. Anche gli
assedianti dovettero inventare nuove tecniche, quali, ad esempio, le trincee
coperte, le mine, gli approcci. A poco a poco gli
a. divennero sempre
meno frequenti: uno degli ultimi è rappresentato da quello di Torino,
avvenuto nel 1707. Anche nel XIX sec. si assistette a celebri
a., fra i
quali quello di Sebastopoli (1855), quello di Parigi (1870) e quello di Plevna
(1877). Nel 1904 i Giapponesi, dopo un
a., costrinsero alla resa le
truppe che difendevano Port Arthur; durante la seconda guerra mondiale, ebbe
luogo l'
a. di Leningrado. Nel 1954 un'operazione simile a un
a.
pose fine, in Indocina, a Dien-Bien-Phu, alla lunga guerra tra Francesi e
Vietnamiti.