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Assad, Bashar al-.

Uomo politico siriano. Figlio dell'ex presidente Hafez al- Assad. Compiuti gli studi di Oftalmologia in Inghilterra, nel 1994 venne richiamato nel suo Paese dopo la morte accidentale del fratello Bassel, inizialmente designato dal padre alla successione, quale erede in linea diretta. Comandante della divisione armata dell'esercito, fin dal suo ritorno in Siria il Governo predispose una vasta campagna di stampa per far crescere la sua popolarità, preparando così la sua ascesa alla presidenza. Nel 1999 Bashar venne nominato colonnello dell'esercito e, a partire da quel momento, fu sempre più coinvolto negli affari di Stato. Lo stesso giorno della morte del padre (6 giugno 2000), il Parlamento modificò la Costituzione, portando a 34 anni l'età minima per la presidenza. Bashar fu eletto dapprima capo del Partito Baath e poi presidente. Per far uscire la Siria dal crescente isolamento, egli puntò sulla modernizzazione e sulle riforme. Abolì i Tribunali speciali, liberò centinaia di detenuti politici, alleggerì la censura, licenziò decine di funzionari statali e di militari corrotti, approvò una legge sugli investimenti stranieri e sulla creazione di banche private. Le speranze suscitate dal nuovo corso si rivelarono però eccessive. Dopo oltre 30 anni di centralismo burocratico, l’economia non riuscì a decollare e la caduta di Saddam Hussein (2003) inferse un altro duro colpo al Governo di Bashar, che importava dall’Iraq petrolio a basso costo e lo riesportava a prezzi di mercato, consentendo all’erario di incamerare la valuta necessaria per contenere la voragine del debito pubblico. La politica di Bashar non evitò alla Siria di essere inclusa dagli USA tra i cosiddetti "Stati canaglia", considerati alleati dei movimenti anti-occidentali compromessi col terrorismo di matrice fondamentalista. Nonostante le relazioni tese con Israele, Bashar invitò a una ripresa delle conferenze di pace sulla questione delle Alture del Golan, ma l'aver anche appoggiato Saddam Hussein prima dell'invasione dell'Iraq nel 2003 lo fece giudicare un personaggio ambiguo (come il padre) nel panorama arabo vicino-orientale. La medesima ambiguità sembrò caratterizzare anche la vicenda che portò all'assassinio dell'ex primo ministro Rafiq Hariri a Beirut (febbraio 2005), nel quale risultò coinvolto coinvolto un parente stretto dello stesso presidente (n. Damasco 1965).