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Artificiali, Fuochi.

Spettacolo pirotecnico usato per feste e spettacoli o per segnalazioni militari. I f.a. sono composti di materie combustibili che allo scoppio creano effetti luminosi vari, sia per forma che per colore. Inventati dai Cinesi, furono introdotti in Occidente nel 1200, come testimoniano vari autori. Nel 1300 Bolognesi e Fiorentini li usavano in occasione di feste di santi. Nel 1600 divennero uno spettacolo comune in Europa tanto da originare due scuole: quella di Norimberga e quella italiana. La prima era famosa per la tecnica, la seconda per il gusto estetico. Nel 1700 a Bologna ebbero grande fama di maestri di f.a. i Ruggeri, che diedero spettacoli a Versailles e a Londra. Nel 1800 la produzione aumentò e anche oggi sono parte importante di ogni manifestazione o festa. I f.a. sono miscele contenenti sia ossigeno per una rapida combustione, sia polverino o polvere nera, cioè nitrato potassico, carbone e zolfo mescolati insieme, le cui quantità variano a seconda della velocità di combustione che si vuole ottenere. Il colore dei f.a. è dato da polveri di diverse sostanze: luce bianca da magnesio e alluminio; bianco-azzurra da arsenico, antimonio e zinco; gialla dai composti del sodio; rossa dai composti del calcio e dello stronzio; verde dai composti del bario e del rame. I vari ingredienti delle miscele, dopo essere stati polverizzati e mescolati insieme con spatole di legno, con grande precauzione vengono messi in cartocci nei quali viene praticato un foro per la miccia, e chiusi poi con uno spago. Vari sono i tipi di f.a., che si distinguono in fuochi fissi, così chiamati perché bruciano da fermi, e fuochi aerei, che bruciano in aria. Tra i primi ricordiamo le seguenti variazioni: le fontane, che allo scoppio gettano fuoco e scintille a forma di fontana; le botte o castagnole, usate in genere all'inizio e alla fine dello spettacolo pirotecnico; bengala o lance, che danno fuochi dai colori diversi e sono usati per illuminare castelli e templi; le candele romane, che producono composizioni a stella; i mosaici, varietà delle candele romane, i quali lanciano globi di fuoco con una coda di scintille; gli sbruffi, i quali lanciano stelle accompagnate da scoppi; i mortaretti, che lanciano granatine; le fiamme bengala caratterizzate da luce molto intensa e grande. Dei fuochi aerei i più comuni sono: i razzi, con una carica che si accende simultaneamente in tutti i punti; i carciofi che prima girano su se stessi formando un girasole e poi si alzano come una colonna di fuoco; bombe o granate che scoppiano giunte a una certa altezza, lanciando fuochi in ogni direzione. Esistono inoltre i fuochi di guarnizione, di solito sistemati dentro il fuoco maggiore e che allo scoppio formano serpentelli, stelle, colombe. Combinando i vari tipi di f.a. gli esperti possono dar vita a spettacoli pirotecnici di notevole complessità e bellezza, formando per esempio ruote luminose, girasoli, soli fissi e giranti, farfalle, colonne giranti, dischi di fuoco. La tradizione italiana sopravvive soprattutto nel napoletano, in occasione di feste cittadine come quella di Piedigrotta, e di ricorrenze calendariali come la notte di Capodanno.