Arcivescovo e conte di Milano. Consacrato vescovo nel 1018,
divenne uno dei più potenti signori d'Italia. Sostenitore di Corrado di
Franconia, caldeggiò la sua proclamazione a re d'Italia.
L'ostilità di
A. nei confronti dei valvassori, che voleva tutti a
sé sottomessi, lo portò a scontrarsi in seguito con l'imperatore
che lo fece scomunicare da Benedetto IX. Nel 1036 mentre le truppe imperiali
mettevano Milano sotto assedio
A. riuscì a riunire sotto le
insegne del Carroccio (V.) i diversi ceti
cittadini separati da un tradizionale antagonismo. La morte di Corrado (1039)
permise a
A. di giungere a un accordo con il successore Enrico III;
tuttavia il popolo della città, guidato da Lanzone della Corte, schierato
contro la nobiltà capeggiata da
A., lo costrinse a uscire da
Milano (1042). L'insurrezione del 1042 ebbe un esito positivo per i popolani che
guadagnarono il diritto di partecipare all'amministrazione della città
insieme ai nobili. Tale esito, che precludeva alla nascita del comune, permise a
A. di rientrare definitivamente a Milano (970 circa - Milano
1045).