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Arazzo.

Tessuto eseguito a telaio in cui l'ordito è completamente ricoperto dalla trama. I fili della trama, inoltre, non proseguono da cimosa a cimosa ma formano un disegno. La lavorazione può essere eseguita con telai verticali o orizzontali; nel primo caso, l'arazziere collocato dietro il telaio controlla il lavoro con uno specchio mentre con il telaio orizzontale, detto anche basso liccio, viene posto un cartone dietro l'ordito che l'arazziere deve riprodurre in senso inverso. Il tessuto d'a. acquista una consistenza diversa in base al materiale scelto per l'ordito, al numero dei fili tessuti per centimetro e alla tensione degli stessi; i difetti più diffusi sono l'ondulazione del tessuto, l'eccessiva rigidezza o un'esecuzione troppo rada che mostri con eccessiva evidenza i fili dell'ordito. Una peculiarità dell'a. è lo stacco, vale a dire l'apertura che rimane quando nel tessuto vengono accostate direttamente e verticalmente due zone di colore diverso; tipico degli a. antichi, oggi è molto limitato dal ricorso alla tecnica dei fili commisti, che danno vita a una caratteristica punteggiatura. • Encicl. - I primi a. veri e propri risalgono al XII sec. In Francia l'attività, attestata dagli statuti delle corporazioni, ricevette un grande impulso dalla casa reale e dalla corte di Borgogna che a partire dal XIV sec. diventarono i maggiori committenti di un'organizzazione professionale ormai solida; dagli inizi del sec. XV il centro di produzione più importante fu Arras, dal cui nome deriva appunto il termine a. dove, tra il 1376 e il 1387 vennero eseguiti gli a. dell'Apocalisse, commissionati da Luigi d'Angiò per la cattedrale di Angers. Successivamente il primato passò prima a Bruges e poi a Bruxelles, famosa per il suoi "tapis d'or". Questi passaggi si riflettono nel gusto figurativo e nei soggetti prescelti; dalle storie bibliche ed eroiche del XIII sec. si passa, nel secolo successivo, a episodi storici e cavallereschi, scene di caccia e di vita campestre, motivi galanti e armoniosi. L'innovazione più importante è quella tra il 1520 e il 1560 con l'esecuzione dei cartoni di Raffaello rappresentanti gli Atti degli Apostoli ad opera di Pieter van Aelst che diffuse nelle Fiandre il gusto del Rinascimento italiano. Nei secc. XVII e XVIII Parigi ridivenne la capitale dell'a. con le celebri manifatture dei Gobelins, dirette dal pittore Charles Le Brun. In Italia l'esecuzione venne inizialmente affidata ad artisti fiamminghi itineranti che trovarono ospitalità presso le varie corti, prima fra tutte Siena, nel Quattrocento, e poi via via Roma, Todi, Brescia, Correggio, Bologna, Perugia, Urbino, Modena, ecc.; tra le manifatture più importanti ricordiamo quelle di Firenze, fondate da Cosimo I nel 1546, alle quali fornirono cartoni artisti come Bronzino, Salviati e Pontormo. Durante il XVII sec. ebbe notevole importanza l'arazzeria Barberini, fondata a Roma nel 1627 dal cardinale Francesco Barberini, che interruppe l'attività tra il 1646 e il 1663. Le corti di Napoli e di Torino furono le ultime ad avere un'arazzeria propria nella quale si raccolsero artisti provenienti da altre scuole; entrambe ebbero inizio alla metà del XVIII sec.
“Fanciulli fiorai che potano le aiuole”. Arazziere dei Gobelins (Firenze, palazzo Pitti)

“Storie di Giuseppe: Giuseppe e la moglie di Putifarre”, manifattura fiorentina. arazziere Nicola Karcher; ca. 1550-53 (Firenze, Palazzo Vecchio)