Comunità autonoma (47.720 kmq; 1.187.546 ab.) della Spagna
nord-orientale. Si estende dai Pirenei alle catene iberiche. È divisa
amministrativamente in 3 province: Huesca, Teruel e Saragozza. Capoluogo:
Saragozza. • Geogr. - La parte centrale è costituita dalla
depressione del fiume Ebro, lungo la cui valle si allungano pianure ondulate,
fra i Pirenei a Nord e le aride colline di Teruel e gli aspri confini della
Meseta a Sud. A Nord si estendono le pendici meridionali dei Pirenei, piuttosto
aspre e con alcuni cime superiori ai 3.000 m (la vetta più alta è
il Pico de Aneto con 3.404 m); a questa zona fa seguito poi una serie di sierre.
La regione meridionale presenta invece i rilievi del Sistema Iberico che si
estendono a occupare tutta la provincia di Teruel. La maggior parte dei fiumi
sono immissari dell'Ebro (a parte alcuni che sfociano nel Mediterraneo o che
alimentano il corso del fiume Tago): tra gli affluenti quelli di sinistra,
alimentati dalle acque dei ghiacciai, presentano un corso abbondante e sono
usati per l'irrigazione, mentre quelli di destra a carattere piovoso sono di
scarsa portata. Il clima è prettamente continentale, caratterizzato da
lunghi periodi di siccità interrotti da temporali di forte
intensità che devastano la regione, e non favoriscono il suo popolamento.
È infatti l'
A. la zona con minore densità di popolazione.
• Econ. - Le principali colture sono di tipo cerealicolo (orzo, avena,
mais), mentre nella zona dell'Ebro, maggiormente irrigata (grazie ai numerosi
canali quali il Canale Imperiale di Aragona e quello di Tauste), si ha una
maggiore varietà: è diffusa la coltivazione dell'olivo, della
vite, di alberi da frutta e della barbabietola. È molto praticato nelle
zone montuose l'allevamento degli ovini. Tra le risorse del sottosuolo si
possono ricordare i giacimenti di ferro e di zolfo. • St. - Abitata dagli
Ilergiti, la regione divenne provincia romana col nome di Tarraconese, dopo la
conquista nel 28 a.C. La capitale Saragozza porta ancora il nome romano di
Ceasar-Augusta. Al crollo dell'Impero, nel 452 fu invasa dagli Svevi e
nel 470 dai Visigoti che diedero vita a un regno prospero, la capitale del quale
divenne sede di una scuola importante di latinisti e letterati. Nello stesso
periodo ebbe iniziò anche la penetrazione dei Mori che nel 714
sconfissero i Visigoti. Bloccati i musulmani a Poitiers nel 733 con Carlo
Martello, i Franchi posero nel territorio alcuni presidi in aiuto alla
popolazione della valle dell'Ebro che si erano rifiutate di pagare il tributo
imposto dai Mori a Saragozza. La regione fu il terreno di scontro tra franchi e
islamici durante tutto il VIII sec. Nel IX sec. la contea ebbe il primo capo
militare cristiano Aznar. A questo seguirono poi Galindo Aznares e Aznar II,
conti che riconoscevano la sovranità franca. Nel X sec. la contea si
estese e il re di Navarra García Sánchez riunì le valli
aragonesi sotto il proprio dominio. Nel 1035 Sancho de Navarra affidò con
il suo testamento l'Aragona, che divenne regno, a Ramiro I (1035-63). Tra i
secc. XI e XII, il regno conquistò i territori di Huesca e Saragozza. Nel
frattempo accanto ai Mori rimasti nelle campagne si insediarono altri coloni. Il
re Pietro I (1094-1104) e Alfonso I il Battagliero (1104-33), estesero la loro
signoria, concedendo privilegi alle località riconquistate: le terre
soggette al re risultavano godere di maggiori privilegi rispetto a quelle
soggette ai nobili. Alla morte di Alfonso I, mancando il legittimo successore,
il re di Castiglia Alfonso VII, tentò di impadronirsi dell'
A. Ma
gli Aragonesi preferirono assegnare la corona al conte di Barcellona Berengario
IV. I due Stati rimasero comunque indipendenti e conservarono i propri costumi e
le proprie usanze. Quando sotto Giacomo I (1213-76) vennero conquistate le
Baleari (1229) e Valencia (1238), venne stabilito un accordo tra l'
A.,
Valencia e la Catalogna, una sorta di federazione che avrebbe permesso ai tre
Stati di meglio difendersi dalle crescente potenza castigliana e dai tentativi
francesi di riconquista dei territori del Rossiglione e di Montpellier. La forte
vocazione marittima della Catalogna spinse l'
A. all'espansione nel
Mediterraneo. Pietro III (1276-85), rivendicando i diritti della moglie
Costanza, figlia di Manfredi, cercò di impossessarsi del trono di Sicilia
e, appoggiando i vespri siciliani del 1282, riuscì a spodestare Carlo
D'Angiò. Fallita la crociata del papa contro di lui (1285) con la pace di
Caltabellotta gli venne riconosciuto il possesso dell'isola (1302). Il dominio
aragonese sul Mediterraneo fu incrementato negli anni successivi dal figlio di
Pietro, Giacomo II (1291-1327), che nel 1312 impose al ducato di Atene il
vassallaggio e nel 1323 conquistò la Sardegna. Durante i quattro secoli
di lotta, la corona era stata sovente costretta ad appoggiarsi alla
nobiltà in cambio di concessioni e privilegi. Alle curie, dotate di
potere consultivo, nel XIII sec. si affiancarono le
cortes di Saragozza,
Valencia e Barcellona, che avevano facoltà di legiferare, di approvare i
tributi richiesti dal re e il dovere di giurargli fedeltà. Nel 1283 con
il privilegio di Saragozza esse divennero l'unica rappresentanza del Paese di
fronte al sovrano e nel 1287 imposero a Pietro III il privilegio dell'unione con
il quale esse ottennero che non si potesse procedere contro nessun membro
dell'unione senza il consenso delle
cortes stesse e inoltre acquisirono
il diritto di essere convocate annualmente. Il privilegio fu riconfermato da
Pietro IV nel 1347: ma l'anno dopo il sovrano sconfitte le
cortes lo
abrogò: alle
cortes rimase la facoltà legislativa oltre
all'amministrazione della giustizia: a loro spettava infatti il riordino dei
fueros ossia delle raccolte del diritto consuetudinario, che divennero la
costituzione effettiva del Paese. Lo sforzo militare fatto nei secc. XI-XIII,
costrinse i sovrani a concedere privilegi ai nobili a svantaggio delle
popolazioni contadine, che non garantite dai
fueros, videro peggiorare le
proprie condizioni di vita. Pesanti furono le conseguenze della terribile
pestilenza che colpì l'Europa nel 1348 e alla quale si aggiunsero i danni
delle guerre contro la Castiglia (1336-96). Dopo la morte senza eredi di Martino
nel 1410, dopo due anni di interregno, il trono passò a Ferdinando I di
Castiglia nel 1412. Successivamente in seguito al trasferimento di Alfonso IV il
Magnanimo a Napoli di cui assunse la corona, il regno di Spagna passò
nelle mani del fratello Giovanni II. Suo figlio, Ferdinando II il Cattolico, gli
successe nel 1475; successivamente col matrimonio di questi con Isabella di
Castiglia si posero le basi per l'unione dinastica dei due regni, che mantennero
però la loro autonomia fino all'unificazione sotto Carlo V. La scoperta
dell'America e la conseguente eclissi dell'importanza dell'area mediterranea,
oltre al predominio della Castiglia, determinarono la decadenza del regno
d'
A., che perpetuò fino al secolo scorso la sua arretratezza
economica: solo nel XIX sec. ha visto infatti un inizio di sviluppo industriale
nella zona di Saragozza. • Arte - Si ritrovano ancora alcune opere di arte
mozarabica (portale del chiostro di S. Juan de Peña), risalenti all'epoca
di invasione araba (secc. VIII-IX), e notevoli monumenti musulmani (a Saragozza
il palazzo dell'Aljaferia). In alcune chiese pirenaiche si avverte accanto allo
stile mozarabico l'influsso dello stile romanico. In particolar modo si ricorda
la cattedrale di Jaca e, tra gli altri edifici romanici, le chiese di Sos,
Uncastillo, Huesca e il castello di Loarre e il monastero di Juan de la
Peña. Nel XII sec. si diffusero i monasteri cistercensi (come quelli di
Piedra, Veruela, Rueda). Dopo una prima penetrazione del gotico francese
(Cattedrale di Huesca), si affermò poi il gotico catalano sia in
architettura (la cattedrale di Saragozza) sia in scultura con l'opera di Pedro
Moragues a Saragozza e Daroca. Nel XV sec. si sviluppò il gotico
internazionale con Juan de Levi, mentre nella seconda metà dello stesso
secolo con Bartolomé Bermejo si diffuse lo stile fiammingo. Numerosi sono
inoltre gli esempi di stile
mudèjar, commistione tra elementi
gotici e musulmani (molte torri a Teruel le chiese e le cupole a Saragozza,
Torralba). Il Rinascimento non si caratterizzò per elementi di rilievo in
architettura mentre in scultura fu attivo Damián Forment che per primo
adottò lo stile italiano a Huesca e Saragozza, e Alonso Berruguete
(autore del Sepolcro Sauvage di Saragozza di forma michelangiolesca). In epoca
barocca si ebbe un nuovo risveglio artistico soprattutto in architettura (Santa
Maria de Malueda, la cattedrale di Barbastro e quella di Pilar di Saragozza con
affreschi di Velázquez, Bayen e Goya).
Aragona:Mallos de Riglos
Huesca: facciata principale della cattedrale
Teruel: la cattedrale e la torre in stile mudéjar
Larrede, Huesca: la chiesa di San Pedro (inizio sec. XI)
Saragozza: palazzo Aljaferìa (1049-1081)