Filosofo e retore latino. Compiuti gli studi di Retorica e di Grammatica a
Cartagine, si recò ad Atene, dove ampliò la propria formazione
attraverso un platonismo teosofico e l'avvicinamento a culti misterici. Si
fermò per un certo periodo a Roma poi, avendo esaurito i propri averi,
ritornò a Cartagine per esercitare la professione forense. Qui conobbe e
sposò una ricca vedova, Pudentilla, a causa della quale gli fu intentata
una causa per stregoneria, accusa assai grave che poteva comportare anche una
condanna a morte, da parte dei parenti di lei, preoccupati per la sorte
dell'eredità. Dopo il processo, celebrato nel 158 d.C., e la conseguente
assoluzione,
A. attese particolarmente alla sua produzione artistica.
Oltre all'
Apologia o
De magia, che è la rielaborazione
della sua difesa al processo, campionario retorico di tutti gli stili, condotto
con grande freschezza e vitalità, di
A. ci restano tre opere di
carattere filosofico. Si tratta del
De deo Socratis, del
De Platone et
eius dogmate e del
De mundo: volgarizzazioni, rispettivamente, della
dottrina socratico-platonica sull'esistenza di un demone intermedio fra umano e
divino, della dottrina platonica in senso pitagorico e dell'opera aristotelica
dal medesimo titolo. Al di là dell'antologia di brani retorici a noi
giunta, i
Florida, delle opere a noi non pervenute, della sua fama di
autore fecondo e di grande dotto, la figura di
A. è
indissolubilmente legata al suo romanzo le
Metamorfosi o l'
Asino
d'oro. Diviso in 11 libri, narra le stravaganti avventure di un giovane,
Lucio, che parla in prima persona. Mutato in asino per magia, dopo una
interminabile serie di peripezie, che danno occasione all'autore di prodursi in
una gran quantità di digressioni e racconti paralleli, il giovane Lucio,
per intercessione di Iside e dopo aver gustato l'insolito cibo di un mazzo di
rose, recupera l'aspetto umano. La trama, senz'altro ispirata alla fonte greca
di Lucio da Patre, è resa originale dall'impasto linguistico, dalla
varietà di registri, dall'imprevedibilità dell'invenzione,
dall'alternanza di comico e di serio, di spirituale e di popolare, di mistico e
di filosofico, dall'evidentissimo gusto per il magico. All'interno del generale
significato allegorico dell'avventura di Lucio, che rappresenta la caduta e la
redenzione dell'uomo attraverso l'iniziazione ai misteri, di grande valenza
simbolica è carica la favola di
Amore e Psyche, la più
vasta digressione del romanzo, che si conclude con le mistiche nozze dei due
protagonisti, giustamente nota per il suo altissimo valore poetico e per la sua
autonomia narrativa. Riscoperto da Boccaccio a Montecassino, l'
Asino
d'oro è stato letto per tutto il Rinascimento e tradotto in italiano
da Boiardo e Firenzuola (Madaura, Africa 125 d.C. - Cartagine dopo il
170).