Frate portoghese. Nato da una famiglia dell'aristocrazia
militare, fu battezzato con il nome di Fernando. Nel 1210 entrò
nell'ordine dei Canonici regolari di S. Agostino, compiendo la propria
formazione religiosa nel monastero di S. Vincenzo vicino a Lisbona. Nel 1220,
dopo anni di studio intenso, passò all'ordine francescano e prese il nome
di Antonio d'Olivares. Ritornato da un viaggio missionario in Marocco
(1220-1221) si recò ad Assisi dove partecipò al capitolo generale
dell'ordine nel 1221. Passò quindi nel Nord Italia, dove si fece
promotore di un'intensa campagna di evangelizzazione e di predicazione. Dalla
Romagna andò in Francia, in Linguadoca e in Provenza. A Bologna
fondò, su autorizzazione di S. Francesco, la scuola teologica francescana
tra il 1223 e il 1225. Dopo essere stato nominato ministro provinciale d'Emilia
e Lombardia, dal 1229 al 1231 visse a Padova. Predicatore efficace e celebrato,
A. accompagnò la semplicità dello stile francescano con gli
elementi propri della dotta oratoria dei teologi del tempo; approfondì
principalmente i problemi della vita morale cristiana, dell'ascetica e della
mistica. A fondamento della sua predicazione egli poneva la Sacra Scrittura
analizzata nei suoi significati letterali, morali, analogici e anagogici. Il suo
continuo riferirsi ai testi sacri e la sua profonda conoscenza dei testi gli
fecero meritare il titolo di "Arca del testamento" e di "Scrigno delle Sacre
Scritture". Molti testi delle sue prediche sono conservati nei
Sermones
dominicales per annum, nei
Sermones in laudem Beatissimae Mariae
Virginis e nei
Sermones in solemnitatibus sanctorum. Fu canonizzato
nel 1232 da Gregorio IX e dichiarato dottore della Chiesa. Nel 1256 fu nominato
protettore della città di Padova e nel 1307 fu completata la basilica a
lui dedicata. A partire dagli anni immediatamente successivi alla sua morte gli
venne dedicato un culto enorme, esteso da Pio XII nel 1946 a tutta la
cristianità, accentuato dalla conoscenza dei suoi miracoli e dalla
diffusa fama di taumaturgo. Da una di queste forme di venerazione ebbe origine
l'Opera del Pane di
A.: per ottenere la protezione dei propri figli, i
genitori facevano voto di offrire ai poveri grano o pane per un peso pari a
quello dei fanciulli, elargizione chiamata
benedictio ad pondus pueri,
che si trasformò in elargizione in denaro nel corso del XIX sec. La
devozione al Santo è ormai elemento caratteristico del folclore: numerosi
sono i racconti (alcuni addirittura in forma di canzone) dei miracoli attribuiti
ad
A. (come la conversione del feroce tiranno Ezzelino da Romano), mentre
la religiosità popolare si esprime in particolare nel pellegrinaggio alla
basilica a Padova. È tradizionalmente raffigurato con un giglio o con
Gesù Bambino tra le braccia (Lisbona 1195 - Arcella, Padova
1231).