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Antiproibizionismo.

Atteggiamento o tendenza politica mirante alla liberalizzazione o alla depenalizzazione del consumo di sostanze proibite dalla legge, attualmente soprattutto sostanze stupefacenti. ║ Movimento politico nato alla fine degli anni Ottanta per modificare la politica dei Governi nazionali e delle organizzazioni sovranazionali (l'ONU, in particolare) riguardo alla droga. L'a. ha avuto importanti precursori negli anni Sessanta (ad esempio, l'antipsichiatra T. Szasz) e negli anni Settanta (come l'economista premio Nobel M. Friedman), ma ha acquistato importanza negli anni Ottanta, quando, tra l'altro, il fallimento delle "guerre alla droga" dichiarate dai presidenti degli Stati Uniti Reagan e Bush hanno messo pienamente in luce l'impotenza dei maggiori Stati di fronte all'impero politico e finanziario del narcotraffico, accusato di controllare Governi, inquinare l'economia legale, suscitare violenza e corruzione. Nel 1988 è stato fondato in Italia il CORA (Coordinamento radicale antiproibizionista), per iniziativa del quale è sorta in seguito la Lista Antiproibizionista.