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Antimachiavellismo.

Corrente di pensiero, nata in Italia con la Controriforma, di critica e condanna delle teorie politiche di Machiavelli, inaugurata dalle accuse di ateismo e di immoralità lanciate dai cardinali Osorio e Polo e culminata con la messa all'Indice delle opere del segretario fiorentino. La polemica, spesso basata su interpretazioni superficiali o deformate delle teorie di Machiavelli, trovò voce in Francia nei Discours (1576) di Gentillet e nella République (1576) di Bodin, in cui si riconosceva nell'utilitarismo la fonte dei mali di Francia e si propugnava l'idea di una scienza politica che non fosse arte di governo, ma istanza di restaurazione di valori universali. Nel XVII sec. la discussione si incentrò sul problema della ragion di Stato. Anche il Settecento illuminista bocciò l'empirismo machiavelliano, come dimostra il celebre scritto del 1739 di Federico II di Prussia, l'Antimachiavel, riveduto da Voltaire nel 1740. La secolare polemica si spense col XIX sec., grazie anche alla riscoperta della più autentica lezione di Machiavelli, intesa come affermazione dell'autonomia della politica, che verrà approfondita da Croce e dalla sua scuola.