Oratore e politico greco. Uomo di grande eloquenza e maestro
di diritto, come ricorda Tucidide, acquistò fama componendo discorsi per
altri. Di parte oligarchica, prese parte al colpo di Stato che, nell'ultima fase
della guerra del Peloponneso, portò al governo dei Quattrocento (411
a.C.). All'interno della sua fazione assunse posizioni estremiste, tanto da
ricercare un accordo con Sparta, cosa che, una volta caduti i Quattrocento, lo
portò al processo e alla morte. In questa occasione pronunciò un
discorso di difesa di grande efficacia. Delle 60 orazioni a lui attribuite
restano a noi alcuni frammenti, tre orazioni e tre esercitazioni su fittizie
cause di omicidio, dette
Tetralogie, in quanto costituite di quattro
discorsi ciascuna: accusa, difesa, replica dell'accusa, controreplica della
difesa. Le altre tre,
Per il coreuta, Per la morte di Erode e
Accusa
di veneficio contro una matrigna, riguardano cause veramente dibattute.
A. fu l'iniziatore della grande tradizione dell'oratoria attica; il suo
stile è sobrio ma elevato, caratterizzato da periodi bilanciati, ricchi
di figure di antitesi e di suono. L'argomentazione si vale molto della prova non
fattuale, della deduzione dei comportamenti verosimili in determinate situazioni
(Atene 480 circa - 411 a.C.).