Filosofo greco. È citato da Senofonte nei
Memorabili come avversario di Socrate. Delle sue opere,
La
verità, Sulla concordia, Sull'interpretazione dei sogni e
Il
politico, restano alcuni frammenti. La sua metafisica afferma che i concetti
astratti non hanno una esistenza reale: sono creati dalla nostra mente
attraverso il linguaggio e solo per questo motivo sembrano possedere una
fittizia realtà. Riguardo alla dottrina dell'essere,
A. è
abbastanza vicino alla scuola eleatica, affermando l'unità divina,
accentuandone a tal punto la trascendenza da stabilire una sorta di
incomunicabilità fra la divinità e l'uomo. Come molti sofisti
è edonista, ma non pone tutti i piaceri sullo stesso piano, prediligendo
quelli che si caratterizzano sostanzialmente per assenza di dolore e che
permettono, dunque, l'esercizio della padronanza sulla propria persona. In
politica
A. afferma l'uguaglianza di tutti gli uomini, appoggiandosi alla
legge naturale cui sola attribuisce valore contrapponendola a quella statale
che, frutto di convenzioni artificiose, è intimamente contraddittoria
(Atene metà V sec. a.C.).