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Anticristo.

Personaggio che, secondo la tradizione apocalittica, verrà sulla terra prima della fine del mondo per tentare di sostituirsi a Cristo e corrompere le anime dei fedeli con persecuzioni, lusinghe e promesse di potenza; alla fine, però, il ritorno trionfale di Cristo sarà destinato a segnarne la definitiva sconfitta. Riferimenti sulla figura dell'A. sono presenti sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento, benché questi non siano sufficienti a specificarne in modo esauriente il ruolo e il significato più generale. Si può comunque ipotizzare che questa figura emblematica simboleggi genericamente l'opposizione al regno di Dio, come dimostrano fonti letterarie apocrife e le leggende fiorite in epoca medievale. Pur senza assurgere a precise valenze sul piano dottrinale, questa figura dell'Apocalisse incarna le molteplici manifestazioni dell'antitesi a Cristo e al suo Vangelo, che possono di volta in volta essere identificate in un personaggio storico (Nerone, Giuliano l'Apostata, Attila, Maometto, Federico II, Lutero, ecc.) o in fenomeni storici il cui significato coincida con un travisamento o una negazione del magistero di Cristo (ateismo, processo di secolarizzazione della Chiesa di Roma, ecc.). Ad esempio, durante l'Impero romano, esso fu raffigurato come un mostro a sette teste, nelle quali era riconoscibile l'effigie di altrettanti imperatori romani, fra cui Nerone. Il suo avvento fu più volte vaticinato, soprattutto nel Medioevo, epoca in cui la figura dell'A. comparve in varie opere letterarie: nel poema Der Antichrist (1120 circa) di Frau Ava, nel dramma in latino di autore ignoto Ludus de Antichristo (1160 circa).