Sacra scrittura dell'Ebraismo e del Cristianesimo, contenuta
nella Bibbia. Il canone ebraico accetta solo alcune parti dell'
A.T.
così come è riportato nella Bibbia cristiana e ne distingue i
libri in tre sezioni: la
Legge o
Pentateuco (in ebraico
Tōrā), che comprende i cinque libri di Mosè
(
Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio); i
Profeti (in
ebraico
Nēbi'im), suddivisi in
anteriori (
Giosuè,
Giudici, Samuele, Re) e
posteriori (
Isaia, Geremia, Ezechiele,
Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Nahum, Abacuc, Sofonia, Aggeo,
Zaccaria, Malachia); gli
Scritti o
Agiografi (in ebraico
Ketūbīim), che comprendono solo libri scritti in ebraico e
non posteriori a Esdra (
Salmi, Proverbi, Giobbe, Cantico dei Cantici, Ruth,
Lamentazioni, Ecclesiaste, Ester, Daniele, Esdra e Neemia, Cronache). In
tutto quindi, a partire dal I sec. d.C., sono stati ufficialmente accettati e
riconosciuti dal canone ebraico solo ventiquattro libri. Invece il canone
alessandrino, a uso degli Ebrei di lingua greca, tradotto nel II sec. a.C. e
conosciuto con il nome di
Bibbia dei Settanta o più semplicemente
la LXX, accettò anche altri libri, e venne adottato anche dal
Cristianesimo. I libri furono allora divisi in
canonici (attinenti al
canone ebraico),
discussi e
apocrifi. Con la Riforma protestante,
alcuni libri che i Cattolici avevano accettato (
deuterocanonici) furono
respinti e definiti con il termine di
apocrifi, mentre i libri apocrifi
esclusi anche dai Cattolici furono definiti dai Protestanti
pseudepigrafi. Dell'
A.T. ci sono giunte versioni in ebraico,
greco, aramaico, siriaco, etiopico e arabo, nessuna, però, anteriore al
IX sec. d.C. Il manoscritto più antico dell'
A.T. ebraico è
il
Codex Petrapolitanus di Leningrado (916) contenente solo i
Profeti, mentre la più antica Bibbia ebraica completa è
contenuta in un codice posteriore (1009). La prima edizione stampata risale
invece al 1488 e fu pubblicata a Soncino.