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Antenato.

Ascendente non prossimo, progenitore. ║ Per estens. - Al maschile plurale: le generazioni precedenti di un popolo, gli antichi. • Rel. - Culto degli a.: tradizione cultuale comune a molte religioni, in particolar modo a quelle primitive, incentrata sulla relazione fra i componenti della comunità sociale e i loro a. Questa forma di culto risponde a una duplice esigenza: da un lato rafforzare l'identità e la compattezza sociale del gruppo, dall'altro, fornire una soluzione al nodo problematico dell'origine della società e delle forme di convivenza civile. Alcuni studiosi (ad esempio H. Spencer) ritengono addirittura che questo particolare genere di culto rappresenti il comune denominatore e la matrice storica di qualunque religione. Quel che è certo è che si tratti di una manifestazione cultuale assai rilevante in alcune delle principali tradizioni religiose orientali e che grande peso abbia avuto nelle consuetudini rituali degli antichi Romani, i quali consentivano alle famiglie patrizie di dedicarsi a questa forma di culto domestico, conservando maschere di cera raffiguranti le fattezze degli avi che avevano ricoperto cariche pubbliche. In linea di massima tutte le religioni tendono a porre l'accento sui temi della morte e della vita ultraterrena e, nelle loro manifestazioni meno evolute, antepongono al rapporto con la divinità quello tra gli esseri viventi e gli a. che si suppongono collocati, dopo la morte, nella sfera delle potenze invisibili. Nel culto degli a. e, più in generale, dei morti, l'amore e il timore sono strettamente congiunti, per cui il culto è spesso determinato dalla preoccupazione di riconciliare i morti con i vivi o di sollecitarne la benevolenza e la protezione mediante offerte o manifestazioni di lutto. Le ricerche etnologiche hanno rilevato, in pressoché tutte le culture primitive, la presenza del culto degli a., associato alla credenza negli spiriti dei morti e, più in particolare, negli spiriti protettori. Spesso, anzi, il culto degli a. occupa una posizione di preminenza e la sua celebrazione è affidata ai più anziani della famiglia, del gruppo gentilizio o del clan. Inoltre, presso varie popolazioni, è diffusa la credenza nella metamorfosi dei morti in varie specie di animali che, perciò, vengono considerati protettori del gruppo gentilizio. Di qui, il rigoroso divieto della loro uccisione (V. TABÙ).