Teologo ed erudito italiano. Entrato nell'ordine domenicano
nel 1726, nel 1734 fu ordinato sacerdote e negli anni seguenti insegnò in
vari istituti domenicani. Nel 1737 fu chiamato a insegnare all'università
di Napoli; fu rimosso dall'incarico e denunciato all'Inquisizione per aver
espresso idee antiscolastiche. Spirito aperto verso la cultura moderna, ebbe
rapporti di amicizia con i maggiori letterati del suo tempo e con gli
ecclesiastici filo-giansenisti, pronunciandosi a favore di tendenze riformiste,
non senza sollevare forti opposizioni all'interno dell'Ordine domenicano da cui
fu per qualche tempo allontanato. Nel 1744 fu riammesso, in seguito
all'intervento personale del cardinale A.M. Quirini e di papa Benedetto XIV.
Attenuate le aperture giovanili, nel 1745 fu nominato lettore di Teologia a
Brescia e nel 1750 venne chiamato all'università di Ferrara. Nel 1756
passò all'università di Torino, dove tenne la cattedra di Teologia
sino al 1770. Più che proporre elaborazioni filosofico-teologiche
originali, fu soprattutto un erudito e scrisse di storia ecclesiastica e
filosofica, di teologia e di etica. Tra le sue opere, ricordiamo:
De
Theurgia (1761); il
Saggio intorno alle immagini e alle rappresentazioni
della felicità somma (1775);
La filosofia morale (1778); le
Praelectiones theologicae (1792, pubblicate postume) (Piacenza 1710 -
Torino 1780).