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Anglicano.

Della chiesa d'Inghilterra. ║ Chiesa a.: la sua fondazione ebbe origine da uno scisma provocato dal re d'Inghilterra Enrico VIII Tudor, nel 1534. Egli, sposato con Caterina d'Aragona, ma innamorato di Anna Bolena, chiese il permesso al papa di divorziare dalla moglie, dalla quale non era riuscito ad avere eredi. Avutone un rifiuto, fece annullare il primo matrimonio dal clero inglese e sposò l'amante. Alla scomunica del papa, il re rispose fondando la Chiesa nazionale d'Inghilterra (1534). Inoltre fece approvare dal Parlamento una serie di provvedimenti antipapali, quali il divieto di fare appelli a Roma, l'obbligo di sottomissione del clero inglese alla corona e la soppressione dei monasteri. Nominò poi arcivescovo di Canterbury T. Cranmer, a lui fedele, e insieme stilarono l'Atto di successione, che ratificava il divorzio del re e il suo nuovo matrimonio, e l'Atto di supremazia, con cui il re veniva proclamato capo supremo della Chiesa d'Inghilterra. Tuttavia, anche se il clero e il Parlamento inglesi accettarono e sostennero questi nuovi provvedimenti, alcuni nobili, tra cui vengono ricordati Tommaso Moro e Giovanni Fisher, vi si opposero strenuamente, ma furono mandati al patibolo. Durante il regno di Enrico VIII la nuova dottrina protestante ebbe una vasta diffusione, ma fu particolarmente sotto il suo successore, Edoardo VI (1547-53) che la Chiesa a. assunse una fisionomia più precisa. L'arcivescovo Cranmer, infatti, introdusse il Book of Common Prayers (1549), liturgia in lingua inglese di stampo cattolico moderato, e i 42 articoli di fede anglicana, principi derivati dalla fede luterana, zwingliana e calvinista. Successivamente alla morte di Edoardo VI, la Chiesa a. conobbe un periodo di persecuzioni ad opera della nuova regina, Maria Tudor (detta la sanguinaria), che tentò invano una restaurazione del Cattolicesimo in Inghilterra. Le successe nel 1562 Elisabetta, figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, che riportò l'Inghilterra alla fede a. e nominò arcivescovo di Canterbury M. Parker. La nuova sovrana si servì della questione religiosa come fulcro per tutta la sua politica antispagnola e antipapale e diede alla Chiesa a. un assetto definitivo, fissandone le dottrine e le cerimonie per il culto. Infatti nel 1559 fu redatto l'Atto di uniformità, con cui veniva riconfermato il valore del Book of Common Prayers di Cranmer, che era stato bandito da Maria, e nel 1571 furono pubblicati i 39 articoli con cui si ribadiva il corpo ufficiale delle dottrine a. Tuttavia la natura eterogenea (ancora legata alla liturgia cattolica, anche se aperta ai principi calvinistici) che la fede a. andava sempre più assumendo, non soddisfaceva una larga parte della popolazione inglese. Ciò diede origine a una frattura interna alla Chiesa a. che, durante il Governo di Oliver Cromwell (1599-1658), si divise in High Church (Chiesa alta), fedele alla gerarchia e alla liturgia, e Low Church (Chiesa bassa), di ispirazione calvinista, i cui seguaci non conformisti furono chiamati in generale puritani e comprendevano presbiteriani, congregazionisti e battisti. I re che seguirono, Carlo II e Giacomo II, furono di tendenze più cattolicizzanti che non calviniste e fu solo con l'ascesa al trono di Guglielmo III d'Orange (1689) che si ritornò a un equilibrio "elisabettiano" tra le due tendenze. Nel XVIII sec. prese piede, all'interno della Chiesa d'Inghilterra, una terza corrente, la Broad Church (Chiesa lata) che, schierandosi nel mezzo delle controversie tra conservatori e puritani, assunse presto connotati di freddo ritualismo e di indifferenza religiosa. Ciò fu ampiamente contestato e portò, come reazione, a un risveglio del fervore religioso: da tale protesta ebbe origine la corrente del Metodismo, che ebbe tra i suoi massimi esponenti G. Wesley. Anche il XIX sec. fu caratterizzato da aspre contestazioni religiose: nel 1883 un gruppo di intellettuali di Oxford diede origine a quello che fu chiamato il movimento di Oxford, una vera e propria rivolta contro il controllo del potere politico sulle questioni religiose, scatenata dalla pretesa dello Stato di riorganizzare la Chiesa d'Irlanda. In seguito a questa protesta, numerosi tra i capi e i seguaci del movimento si convertirono al Cattolicesimo, mentre altri divennero sostenitori dell'Anglocattolicesimo, tendenza che trovò ampia diffusione in quanto veniva a porsi a metà strada tra la Chiesa di Roma e le Chiese decisamente protestanti. La Chiesa a. ha quindi intrapreso in tempi moderni un cammino di progressiva modernizzazione e indipendenza che l'ha portata a manifestare tendenze di riconciliazione con la Chiesa cattolica, nonostante ancora sussistano argomenti di incomprensione quali, ad esempio, la controversa questione del sacerdozio alle donne. ║ Comunione a.: federazione di Chiese nata nel 1867, dopo il disestablishment, cioè il principio di separazione della Chiesa dallo Stato riconosciuto in funzione delle diocesi coloniali. La Comunione a. riunisce quindi tutte quelle diocesi che riconoscono e seguono il Book of Common Prayer nella propagazione della fede cattolica e apostolica e che sono unite da un vincolo di fedeltà reciproca. Esse sono la Chiesa d'Inghilterra, quella del Galles, quella d'Irlanda, la Chiesa episcopale di Scozia, quella protestante episcopale americana, le Chiese dell'India, del Pakistan, della Birmania, di Sri Lanka, del Canada, della Nuova Zelanda, dell'Australia e Tasmania, delle Indie Occidentali, della Cina e del Giappone, alcune diocesi in Africa, America Meridionale, Asia. Tutte le Chiese appartenenti alla Comunione a. riconoscono come unico metropolita l'arcivescovo di Canterbury e si riuniscono in conferenza una volta ogni dieci anni (dal 1867) nel palazzo di Lambeth, residenza dell'arcivescovo di Canterbury. La dottrina della Comunione a. riconosce due soli sacramenti, il Battesimo e l'Eucarestia, e accetta i simboli niceno, atanasiano e degli apostoli. ║ Comunità a.: gruppo di istituti religiosi che, dopo la soppressione imposta dalla riforma protestante, risorsero nel XIX sec. in seguito al movimento di Oxford. Ne fanno parte le comunità femminili di Marion Hughes e delle suore infermiere di Santa Margherita di J.M. Neale e le comunità maschili di J.H. Newman, della società di San Giovanni Evangelista di R.M. Benson, dell'ordine di San Benedetto e della società di San Francesco. • Mus. - Canto a.: stile di canto della Chiesa a. per l'esecuzione di salmi, cantici e altri testi sacri non dotati di una precisa struttura metrica. Ebbe origine verso la fine del XVII sec. Le formule melodiche sono armonizzate a quattro voci, ma ogni versetto deve adattarsi a uno schema metrico prefissato. Ciò significa che, avendo tutte le battute una durata uguale, l'andamento sarà lento o mosso a seconda della lunghezza del testo da inserire nella battuta.