Arcivescovo di Milano dall'824 all'859. Fu politicamente
molto attivo riorganizzando la diocesi milanese e realizzando una sorta di
preminenza del potere ecclesiastico su quello politico. Mantenne stretti
rapporti con la corte carolingia ma si interessò principalmente della
casa regnante in Italia. Promosse la riconciliazione di Lotario I col padre,
Ludovico il Pio, e nell'850 si recò a Roma per l'incoronazione imperiale
di Lotario II. L'affermazione dell'autonomia della Chiesa milanese e del suo
territorio gli valse anche una posizione di netta preminenza tra i vescovi
lombardi. Partecipò a diversi sinodi interdiocesani, tra cui quelli di
Mantova (827) e Milano (842) e tenne una dieta a Pavia nel 850, in cui vennero
emanati decreti contro gli abusi e i disordini ecclesiastici. Si occupò,
anche materialmente, del monastero e della chiesa di Sant'Ambrogio: sembra
infatti che si debbano a lui il famoso altare dal palliotto d'oro e il mosaico
dell'abside (m. 859).