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Amadigi di Gaula.

(Amadis de Gaula). Titolo di un romanzo cavalleresco e nome del protagonista di tale romanzo, su cui tre letterature (la spagnola, la portoghese e la francese), hanno accampato diritti di paternità. A noi è giunta la versione castigliana di García Rodríguez (o Ordóñez) de Montalvo, che venne pubblicata per la prima volta a Saragozza nel 1508. Rodríguez aggiunse alla versione originale, costituita da tre libri, un quarto volume, quasi interamente di sua mano, e un proseguimento, chiamato Las sergas de Esplandián (1520). Non è stato possibile definire, basandosi sui dati esistenti, chi fosse effettivamente l'autore o addirittura gli autori del romanzo, all'interno del quale si riscontrano comunque tracce di stili anche molto diversi fra loro. L'A. di G. si ispira ai motivi del ciclo bretone, anche se con notevoli differenze: il romanzo infatti è ricco di toni sensuali e cortigiani che, negli altri romanzi sulla ricerca del Santo Graal, sono del tutto assenti. La materia trattata è ricca di scene d'incantesimo, di magia e di battaglie con mostri e giganti che saranno più tardi oggetto della parodia di Cervantes. Amadigi, detto il Cavaliere del Leone, giura fedeltà a Oriana, principessa di Danimarca e per ottenerne la mano abbandona la patria alla ricerca di avventure. Giunge nel Regno di Sobradisa, dove viene accolto dalla regina Briolanja. Venuta Oriana a conoscenza del fatto, gli intima di recarsi immediatamente da lei. Dopo una serie di avventure i due innamorati si rincontrano e nell'Isola Ferma celebrano le nozze. Il romanzo, che con le sue concezioni dell'amore, della libertà e della giustizia rispecchiava gli ideali cavallereschi del tempo, ebbe una grande fortuna in Europa. Bernardo Tasso prese spunto da questo romanzo per il suo poema Amadigi. • Mus. - Tragedia lirica in cinque atti e un prologo di Giambattista Lulli, su libretto di Quinault, rappresentata nel 1684. Fu uno dei primi e più notevoli successi dell'autore.