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Alione, Gian Giorgio.

(detto Alione d'Asti). Poeta e scrittore di commedie italiano. Le scarse notizie pervenute sulla sua vita riferiscono che trascorse ad Asti gli ultimi anni dell'esistenza, proprietario della casa e dei beni ereditati dalla famiglia. Occupò la carica di referendario al Consiglio generale di Asti e fu capitano del castello di Monte Raineri. Dalle sue opere appare chiaro come fosse uomo esperto della vita mondana del suo tempo, non privo di cultura e, per quanto riguarda le sue convinzioni politiche, fedele seguace dei Francesi che erano, all'epoca, padroni della città di Asti. La sua opera maggiore, scritta in dialetto astigiano, è la Macharonea contra macharoneam Bassani dove il poeta fece uso del latino maccheronico. Di lui ci rimangono inoltre un Chapitre de liberté scritto in terza rima; una serie di versi di contenuto politico stesi in riferimento alle calate in Italia di Carlo VIII, Luigi XII e Francesco I; due Cantioni scritti per celebrare i fasti di una lotta scoppiata ad Asti fra Disciplinati e Agostiniani; dieci Farse di ambiente astigiano, tutte scritte in dialetto tranne l'ultima, intitolata Farsa del Franzoso alloggiato a l'osteria del Lombardo, dove al francese parlato dal protagonista si contrappongono una serie di differenti dialetti. Le opere sono tutte impostate attorno a una vivace e minuziosa descrizione dell'ambiente di Asti nella prima metà del XVI sec. e rappresentano una fonte estremamente attendibile per la storia del costume. In esse sono rispecchiate le condizioni di dipendenza culturale del Piemonte nei confronti della Francia. La passione politica del poeta trova riscontro anche nelle dieci farse, come richiedeva del resto questo genere, recitato durante il periodo di carnevale e destinato a un pubblico che ben sapeva cogliere ogni piccolo riferimento alla cronaca contemporanea. Molti studiosi hanno posto per questo l'attenzione proprio sui dati storici, mentre altri hanno sottolineato l'importante materiale linguistico dei componimenti, oltre che gli innegabili prestiti dal teatro francese. Ma nelle farse si deve soprattutto ammirare il modo vivace della rappresentazione e la capacità del poeta di trattare in maniera originale lo svolgimento scenico e drammatico di temi tradizionali della novellistica (Asti 1460 circa - 1521 circa).