Capitale (2.561.992 ab.) dell'Algeria e capoluogo del
dipartimento omonimo. La città sorge tra le colline del Sahel e le rive
della
Baia di A., allo sbocco naturale della pianura interna di Mitidja.
• Econ. - Oltre che primario centro commerciale,
grazie al grande traffico portuale incrementato anche dall'afflusso dei prodotti
petroliferi dall'interno del Paese,
A. è sede di industre
chimiche, alimentari, cartarie, del cemento, meccaniche e di raffinerie;
è fiorente l'attività peschereccia. Hanno grande rilievo
l'artigianato (tappeti, gioielli) e le attività turistiche.
• St. - Di origine fenicia,
A. sorge sul
sito della romana
Icosium, ricostruita nel X sec. dai Berberi. Gli Arabi
la chiamarono
Al-Djeza'ir (le isole), perché proprio sugli
isolotti antistanti il porto venne eretto il Forte del fanale. Fu la capitale di
un Principato autonomo berbero, indipendente dai califfi Fatimiti che allora
dominavano la regione, sotto la dinastia ziride. Nel 1510 la città fu
occupata dagli Spagnoli e ne divenne tributaria fino alla sua conquista nel 1530
da parte del pirata Khair-ad-Din, detto Barbarossa.
A. divenne allora una
base importantissima dei pirati barbareschi, solo formalmente vassalli del
sultano di Costantinopoli, che la fortificarono con mura e porto inattaccabili.
La città superò, così, indenne ripetuti bombardamenti da
parte delle flotte spagnole, inglesi e francesi. Solo nel 1830 i Francesi
debellarono i pirati, occupando la città e in seguito tutta l'Algeria:
ebbe così inizio l'occupazione coloniale francese che si protrasse fino
al 1962 (V. ALGERIA). A partire dal 1954, sotto la
guida del FLN (Fronte di Liberazione Nazionale)
A. fu teatro delle
principali azioni di guerriglia e di imponenti manifestazioni popolari contro
l'occupazione francese. • Arte - Città
antichissima,
A. subì una profonda trasformazione urbana durante
l'occupazione francese, conservando come unica eredità del passato
precoloniale la
casbah, l'antica cittadella costruita dai Turchi nel XVI
sec., sita nella parte più alta della città. Si tratta di un
quartiere pittoresco ma molto povero, costruito intorno all'antica fortezza
berbera, caratterizzato da fitte casupole e da bellissimi palazzetti, in parte
sepolti nella caotica urbanistica del quartiere, in parte collocati all'interno
di splendidi giardini (fra questi ricordiamo la Casa di Mustafà
Pascià, sede per molto tempo della Biblioteca Civica, e il Palazzo
dell'Arcivescovado, un tempo sede del governatore turco, in stile moresco). La
città conserva inoltre la Fortezza, con il suo
Divan (salotto
sospeso), la Grande Moschea al-Gami al-Kabir, il più antico monumento
della città che risale all'XI sec., la Moschea Nuova al-Gami al-Gadid del
XII sec., la coeva moschea Sidi abd ar-Rahman e il Museo di preistoria ed
etnografia, che si trova nella settecentesca Villa del Bardo, e ospita graffiti
e pitture della civiltà Tuaregh scoperti nel Sahara. Lo sviluppo
edilizio, conseguente a quello economico e demografico, si era dapprima
concentrato intorno alle sedi delle attività portuali e commerciali, per
poi intensificarsi ed estendersi, ad anfiteatro, secondo una direttrice Sud-Est,
oltre la cerchia della mura lungo la costa e sulle pendici del Sahel. Intorno al
porto, il più importante di tutto il Nordafrica e ampliato alla fine
della seconda guerra mondiale, sono situati i quartieri moderni, costruiti in
questo secolo dai Francesi, con strade larghe, le cosiddette
rampes, ed
edifici dalle linee semplici. Le diverse funzioni cittadine sono separate
urbanisticamente: i centri direzionali delle attività economiche, del
potere politico e amministrativo sono concentrate nella città vecchia,
mentre gli stabilimenti industriali si sono concentrati lungo l'asse orientale
della città. I quartieri residenziali di tipo europeo sorgono nelle zone
collinari suburbane, mentre nei pressi della zona industriale si sono formati
vere e proprie bidonvilles.