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Algardi, Alessandro.

Scultore e architetto italiano. A Bologna, sua città natale, seguì l'insegnamento di Giulio Cesare Correnti, incisore e scultore. Successivamente subì l'influsso dell'arte di Ludovico Carracci approfondendone lo studio durante il soggiorno a Mantova presso i Gonzaga nel 1622. Nel 1625 si trasferì a Roma soggiornando presso il Cardinale Ludovisi a cui era stato indirizzato dal duca di Mantova. Il cardinale lo impegnò in lavori di restauro di marmi antichi e in lavori di oreficeria. Nell'ambiente artistico romano A. fu attratto dall'insegnamento di Raffaello e sentì il fascino dell'opera di Bernini. Già le prime sue produzioni (statue in stucco per la cappella Bandini in San Silvestro al Quirinale e il Sonno della Galleria Borghese) rivelano infatti l'adesione ai modelli rinascimentali, e in particolare modo agli ideali di compostezza e di equilibrio di Domenichino, di Giulio Reni e di Nicola Poussin, oltre alla influenza delle realizzazioni contemporanee di Pietro da Cortona e di Bernini. Fu proprio quando, sotto il pontificato di Innocenzo XI, la fama di quest'ultimo si oscurò, che A. ebbe il momento di maggiore notorietà, a partire dalla sua elezione a principe dell'Accademia di S. Luca nel 1639. Realizzò da allora una serie di monumenti contrassegnati da un delicato classicismo, con una compostezza in un primo momento realistica e successivamente caratterizzata da certe inflessioni barocche. Si menzionano tra le sue opere maggiori alcuni gruppi marmorei (San Filippo con l'angelo, del 1640, nella chiesa di S. Maria in Vallicella; i Tre santi nella chiesa dei Santi Luca e Martina, la Decollazione di San Paolo, del 1647, nella chiesa di S. Paolo a Bologna), il monumento funebre in San Pietro in Vaticano, dedicato a papa Leone XI, e il rilievo dell'Incontro di Leone Magno con Attila, del 1646-53, con il quale inaugurò un nuovo genere di grande successo, la pala marmorea che ebbe enorme sviluppo nel Seicento e nel Settecento. A. svolse inoltre una intensa attività di ritrattista che rivela la sua abilità nella resa psicologica dei personaggi, attraverso l'osservazione attenta delle loro caratteristiche fisiche. Si ricordano i busti di Orazio Santarelli in Santa Maria Maggiore, di Garcia Mellini in Santa Maria del Popolo, di Laudivio Zacchia, inoltre quelli di Donna Olimpia Pamphili (Roma, Galleria Doria), i tre della Cappella Frangipane a Roma a San Marcello al Corso, di San Filippo Neri ora alla Galleria Nazionale di Roma, di Francesco Bracciolini ora a Londra al Victoria and Albert Museum. Fra tutte spicca la vivacissima statua di Innocenzo X nel palazzo dei Conservatori, eseguita nel 1650. A. realizzò inoltre alcuni lavori di scultura di piccole dimensioni purtroppo pervenutici in quantità esigua; infine lavorò ad alcuni stucchi nella villa Belrespiro della famiglia Pamphili tra il 1644 e il 1652 e nella chiesa di S. Ignazio a Roma tra il 1649 e il 1650 (Bologna 1595 - Roma 1654).