eXTReMe Tracker
Tweet

Alberto Magno, santo.

Filosofo e teologo tedesco. Membro della nobile famiglia dei conti di Bollstädt o forse, secondo altri, di una famiglia di militari, compì gli studi di diritto a Padova, dove nel 1223 entrò nell'ordine domenicano. Professore di Teologia a Colonia, Ratisbona, Strasburgo e Parigi, approfondì lo studio del pensiero aristotelico. Nel 1248 si stabilì a Colonia, dove diresse fino al 1254 il nuovo Studium dell'ordine domenicano e iniziò un fondamentale lavoro di parafrasi delle opere di Aristotele che proseguì fino al 1270. Di certo proprio a Colonia negli anni tra il 1248 e il 1252, e forse anche prima a Parigi, ebbe tra i suoi discepoli Tommaso d'Aquino. Nel 1256 si trovò ad Anagni, dove di fronte alla curia pontificia sostenne le ragioni degli ordini mendicanti; qui compose De unitate intellectus e forse anche il commento al De anima di Aristotele. Dal 1254 al 1257 ricoprì l'incarico di padre provinciale; dal 1260 al 1262 fu vescovo di Ratisbona. In seguito A. fu impegnato in alcuni incarichi di tipo diplomatico, tra cui la predicazione della crociata nelle terre tedesche; ritornò poi all'insegnamento nei conventi domenicani e tra il 1267 e il 1270 fu a Würzburg e a Strasburgo e infine si stabilì definitivamente a Colonia. Nel 1274 prese parte al concilio di Lione e nel 1277 a Parigi difese la dottrina di San Tommaso, accusato di averroismo. Le numerose opere di A. trattano principalmente di teologia e filosofia. All'età giovanile, e soprattutto al periodo parigino, dovrebbe risalire la composizione di alcune tra le sue fondamentali opere teologiche tra cui la Summa de creaturis, il De bono e un commento alle Sentenze, mentre l'incompiuta Summa theologiae fu probabilmente scritta nell'ultimo periodo della vita dell'autore. Fondamentali furono i numerosi commenti alle opere di Aristotele il cui pensiero A. si proponeva di divulgare e "rendere intelligibile ai latini". L'esposizione e il commento alle opere di Aristotele è proposto richiamandosi alle elaborazioni arabe di Avicenna e Averroè in cui erano presenti elementi di origine neoplatonica. Un altro aspetto della posizione intellettuale di A. fu la distinzione netta che a suo parere doveva esistere tra l'ambito della filosofia e delle scienze e quello della teologia, che dovevano essere considerate autonome e ciascuna con i propri fini, metodi e principi. Come filosofo tuttavia egli si mostrò poco sistematico, rivelando spesso la sovrapposizione tra concezioni aristoteliche e dottrine neoplatoniche. A. dimostrò un vivo interesse per la scienza sperimentale, occupandosi in particolare di geografia, astronomia, medicina, botanica e zoologia. Tra i suoi scritti di carattere scientifico si ricordano: De vegetalibus et plantis, commento al quasi omonimo pseudo-aristotelico De plantis; De mineralibus; De animalibus e De meteoris (Lauingen, Svevia 1200 circa - Colonia 1280).