Arcivescovo di Lione e scrittore ecclesiastico francese.
Avviato allo studio da Leidrato, arcivescovo di Lione, gli succedette nell'816.
Avversario tenace di Amalario di Metz e della sua riforma liturgica, scrisse
violenti trattati contro gli Ebrei e contro le pratiche superstiziose; si
lasciò coinvolgere anche dalle rivolte dei figli dell'imperatore Ludovico
il Pio. Tra le sue opere: il
Liber apologeticus, il
Liber adversus
dogma Felicis Urgellensis, il
De insolentia Iudaicorum. In politica
propugnò la superiorità del potere ecclesiastico su quello civile;
in liturgia sostenne l'uso esclusivo di testi liturgici. Il suo stile deve molto
a Tertulliano, delle cui opere possedeva il codice migliore (il
Codex
Agobardinus, dal suo nome appunto) (Spagna 769 o 799 - Lione
840).