(o
acquarello; dal latino
aquarius: relativo
all'acqua). Metodo di pittura che impiega pigmenti colorati minerali o vegetali,
stemperati con glicerina e gomma arabica e diluiti con acqua distillata.
Solitamente viene usato come supporto la carta, preparata con una soluzione di
ammoniaca o di fiele di bue. I pennelli devono essere rigorosamente di martora e
mantenuti continuamente puliti. Rispetto ad altre tecniche pittoriche,
l'
a. ha toni particolarmente delicati e, grazie alla trasparenza della
carta su cui vengono stesi i colori, si possono ottenere svariati effetti
atmosferici e luministici. • St. - Già le
antiche civiltà dell'Estremo Oriente facevano uso di una tecnica
pittorica consistente nella diluizione di inchiostri colorati su seta o carta.
L'
a. è derivato, con molta probabilità, dalla miniatura, ed
è stato utilizzato da numerosi pittori (quali Pisanello, Brueghel il
Vecchio, A. Dürer, L. Cranach, H. Holbein il Giovane) per lo studio della
realtà. A partire dal Settecento, l'
a. divenne un genere autonomo,
grazie all'uso che ne fecero i paesaggisti, i romantici francesi e,
successivamente, i grandi pittori italiani dell'Ottocento. Per l'immediatezza
della sua realizzazione, l'
a. fu molto amato dagli espressionisti (L.
Feininger, F. Marc). Si deve invece a V. Kandinskij la prima composizione
astratta ad
a.
Paul Cézanne: “Alberi che formano un arco” (1906), New York, coll. Pearlman
Giacinto Gigante: “Tramonto a Caserta” (part.), Napoli, Museo nazionale di San Martino
Wasilij Kandinskij: “Primo acquerello astratto”, Parigi, coll. Nina Kandinskij