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Acerra.

Centro in provincia di Napoli, posto a 28 m s/m., nella pianura campana. 34.513 ab. CAP 80011. • Econ. - Produzione di barbabietole da zucchero, tabacco, legumi, ortaggi, uva, cereali. Allevamento bovino e ovino. Industrie conserviere, alimentari, tessili, meccaniche. • St. - Tra le più antiche città della Campania, di origine osca, fu etrusca e poi sannita. Nel 332 a.C. ottenne la cittadinanza romana sine suffragio, mentre nel 216 a.C. fu incendiata da Annibale a causa della sua fedeltà a Roma, ma, ricostruita, diventò un importante centro commerciale. Nei suoi pressi, durante la guerra sociale, nel 90 a.C. furono sconfitti i federati italici, mentre Augusto la elevò allo status di colonia. Fu sede di diocesi probabilmente fin dal VI sec., ma durante il Medioevo conobbe un periodo di progressiva decadenza per l'impaludamento del suo agro ad opera del fiume Clanio. Fino all'826 fece parte del Ducato bizantino di Napoli, poi di quello longobardo di Benevento e anche i Normanni la scelsero, nell'XI sec., come sede comitale. Passata sotto la signoria degli Aquino all'inizio del XIII sec., alla fine dello stesso secolo tornò a essere città demaniale, sotto diretto controllo regio, anche se, durante la congiura dei Baroni del 1485-86, si ribellò agli Aragona. Dal principio del XV sec. all'inizio del XIX fu feudo dei Cardenas; in tale periodo furono compiuti i lavori di bonifica dell'agro circostante, che debellarono la malaria endemica dalla zona.